Dopo vari tentativi, finalmente il Dragon della Space X (notate il nome da fantascienza anni ’30) ha spiccato il volo ed è stato accolto da Samantha e colleghi a bordo della Stazione Spaziale. E noi ne approfittiamo per dargli un’occhiata più da vicino.
Con i suoi 25 metri cubi di volume, il Dragon può trasportare circa 6000 kg di carico utile suddivisi fra una capsula pressurizzata (11 metri cubi) e una zona “bagagliaio” non pressurizzata. Per confronto, l’ATV europeo può contare su 48 metri cubi di volume pressurizzato e una capacità di trasporto di circa 8 tonnellate. Per chi ama le misure, il Dragon è lungo circa 4,4 metri e ha una base con un diametro 3,66 metri. Il “bagagliaio” non pressurizzato, dal canto suo, ha un’altezza di circa 2,8 metri. Provate a fare i conti e se le cose non vi tornano, prendetevela con la geometria interna del modulo e provate a consultare i link in fondo a questo post.
Tra i suoi punti di forza, il Dragon annovera uno scudo termico di altissima tecnologia. Non è un caso: diversamente da quanto accade per gli altri cargo per la ISS, che vengono combusti in atmosfera, la capsula pressurizzata è progettata per rientrare a Terra in modo controllato. L’obiettivo finale è chiaro: SpaceX ha puntato a sviluppare un servizio utilizzabile anche dagli astronauti a partire dal 2017, in alternativa alla Soyuz.
Vale la pena di ricordare che il Dragon è portato in orbita da un lanciatore Falcon, anch’esso sviluppato da Space X, e che – secondo il progetti – dovrebbe essere parzialmente riutilizzabile. In particolare il booster del primo stadio, una volta terminata la sua spinta propulsiva, era programmato per tornare a Terra, atterrando su una nave robotica.
L’esperimento è riuscito a metà, perché l’atterraggio non è stato esattamente soffice come era stato previsto e la nave ha subito dei danni. Però non è affondata… ed è già una buona notizia.
Il Dragon resterà sulla Stazione fino al 10 febbraio: la capsula farà un rientro controllato nell’Oceano Pacifico con il suo carico pressurizzato, dopo aver abbandonato il suo “bagagliaio” prima di tuffarsi in atmosfera.
Stefano Sandrelli
Per saperne di più:
https://www.nasa.gov/sites/default/files/files/SpaceX_NASA_CRS-5_PressKit-105.pdf
12/01/2015