Mission Patch

→ Diario di bordo

Samantha Cristoforetti ha iniziato a scrivere il suo Diario di Bordo nel luglio 2013, quando mancavano 500 giorni al lancio. Da giugno 2014 il Diario viene pubblicato in traduzione italiana qui su Avamposto42. La traduzione è a cura dell’Associazione Italiana per l’Astronautica e lo Spazio (ISAA). Se vuoi ripercorrere il percorso di addestramento di Samantha, puoi trovare tutti i Diari di Bordo precedenti al giugno 2014 su Astronautinews. Se invece preferisci leggere l’originale inglese, puoi trovarlo sul profilo G+ di Samantha.

L+20, L+21: Esercitarsi con il braccio per afferrare Dragon

Monday

14:32

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 20 e 21 (13–14 dicembre 2014)—Il mio terzo week end sulla ISS sta per finire e ho sentimenti contrastanti sullo scorrere del tempo. Da un lato, i giorni sono semplicemente volati e sembra ieri quando siamo arrivati. Dall’altro, il tempo in cui camminavo e dormivo in un letto sembra quasi una memoria lontana ed è come se avessi sempre galleggiato, sempre dormito in un sacco a pelo, sempre corso sulla parete e sollevato pesi sul soffitto. In altre parole, la Stazione Spaziale sta iniziando a sembrare la mia casa e la mia vita normale.

Poi ho potuto manovrare un enorme braccio robotico che incombeva nell’oscurità fuori dal nostro finestrino, con la Terra che scorreva sotto, e ancora mi chiedo se sia stato reale o si sia trattato di un sogno. È proprio vero, ieri Butch e io abbiamo passato un po’ di tempo nella Cupola ai comandi del braccio robotico in preparazione alla cattura di Dragon la prossima settimana. Dopo centinaia di ore di simulazione, è stata la mia prima volta a muovere il vero braccio robotico della Stazione!

123B6692Nell’ultima nota del diario vi ho parlato del nostro simulatore di bordo, Robot. Il tempo passato nelle simulazioni è utile, ma è importante farsi un’idea del braccio reale prima del giorno della cattura. Ecco perché sabato pomeriggio abbiamo fatto pratica con le cosiddette “catture decentrate”.

Il nostro bersaglio è stato il dispositivo di presa di Dextre, il robot multibraccia che attualmente si trova all’esterno del Laboratorio, con una posizione di partenza in un punto circa 5 metri al di sopra del bersaglio. Ho disallineato l’approccio per Butch e lui ha dovuto regolarlo al volo avvicinandosi al dispositivo di presa, poi ci siamo scambiati i ruoli e io ho fatto la stessa cosa.

Ovviamente, non abbiamo afferrato davvero Dextre: in realtà, l’attivazione della chiusura dei lacci dell’attuatore all’estremità non era nemmeno abilitata nei comandi manuali. Lo scopo era puramente farsi un’idea di come il braccio reale risponda agli input, specialmente in termini di oscillazioni. Mi ha in realtà sorpreso la stabilità del braccio reale: tenere le oscillazioni sotto controllo mi è sembrato meno impegnativo che nel simulatore. Un movimento brusco e il braccio può iniziare a oscillare più di quanto si voglia.

Con Dragon in arrivo il prossimo week end, ci aspetta una settimana piena. Avremo probabilmente delle mezze giornate libere venerdì e sabato e, naturalmente, domenica sarà un giorno di lavoro pieno con l’arrivo di Dragon. In effetti, dopo la Cattura Dragon verrà attraccato alla posizione Nadir del Nodo 2, così lo avremo proprio all’esterno dei nostri alloggi dell’equipaggio, quasi come aggiungere un’altra piccola stanza alla nostra zona abitabile. E questa stanza arriverà già piena di delizie!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

15/12/2014

L+19: Prepararsi all’arrivo di Dragon

Sunday

13:49

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 19 (12 dicembre 2014)—Ieri Butch e io abbiamo iniziato a prepararci sul serio all’arrivo del veicolo di rifornimento Dragon la settimana prossima.

Butch avrà il ruolo M1 per questa cattura, vale a dire che terrà le mani sui comandi del braccio robotico nelle fasi finali. A quel punto, Dragon starà mantenendo la posizione nel punto di cattura, a una distanza di circa 10 metri dalla Stazione e con il suo dispositivo di presa approssimativamente allineato con l’attuatore all’estremità del braccio (è la “fine” del braccio robotico, con dei lacci di cattura che possono serrarsi attorno al dispositivo di presa di Dragon).

Dopo aver ricevuto il “GO per la cattura” da Houston, Butch piloterà il braccio verso Dragon, compensando gli eventuali movimenti relativi che il veicolo possa avere, in modo da mantenere l’attuatore all’estremità allineato con il dispositivo di presa e, una volta sul perno di presa e alla giusta distanza, premerà il grilletto per stringere i lacci e catturare Dragon.

Mentre Butch si concentrerà su questo, come M2 io lo assisterò “seguendo la procedura” (assicurandomi che non saltiamo nessun passo) e tenendo pronti i passi di recupero/risposta per qualsiasi malfunzionamento possiamo incontrare nelle diverse fasi, dal comportamento anomalo di Dragon ai problemi con il nostro braccio robotico.

Mi occuperò anche delle comunicazioni con Houston e darò supporto nelle fasi finali, fornendo a Butch informazioni sulla distanza rimanente da percorrere e i ratei di avvicinamento, visto che lui sarà completamente concentrato sull’allineamento con il bersaglio. Manderò a Dragon anche il comando di “deriva libera”, probabilmente intorno ai 2 metri: a quel punto Dragon smetterà di controllare il suo assetto e manterrà qualsiasi rateo di traslazione e rotazione abbia. Non vogliamo mandare il comando troppo presto, ma non ci è nemmeno permesso di avvicinarci a meno di 1,5 metri senza la conferma che Dragon si trovi in deriva libera. Come potete immaginare, non vogliamo stabilire una connessione meccanica rigida con un veicolo che sta accendendo i motori di manovra per orientarsi: anche la Stazione controlla attivamente il proprio assetto per tutto il tempo, e non vogliamo che Dragon e la Stazione si combattano a vicenda.

Fortunatamente, a bordo abbiamo un ottimo simulatore per fare pratica con tutto questo: è chiamato ROBOT e comprende dei comandi manuali proprio come quelli della vera postazione di lavoro robotica, e un grande minitor con pannelli di controllo virtuali per le telecamere, il braccio robotico e Dragon.

Ieri Butch e io abbiamo fatto la nostra prima sessione programmata: i nostri istruttori di robotica controllavano a distanza la configurazione del simulatore da terra, osservavano il nostro lavoro in tempo reale e ci davano feedback su un canale privato space-to-ground [dallo spazio a terra—N.d.T.]. Come averli a bordo con noi! E naturalmente, visto che non si sa mai cosa possa capitare,ho anche avuto modo di fare pratica con la cattura.

Hey, mi sono lasciata trascinare così tanto parlandovi della cattura di Dragon che ho dimenticato di parlare della scienza che ho fatto ieri: con l’aiuto di Terry e il nostro conduttore remoto Dave a terra, ho acquisito delle immagini ecografiche dell’arteria brachiale, l’arteria carotidea, e il cuore (impegnativo!) per l’esperimento Cardio Ox. Parteciperò a diverse altre sessioni nei prossimi mesi, così avremo altre occasioni di parlarne.

Buon week end!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

14/12/2014

L+18: Mantenere in forma il fisico e gli attrezzi ginnici

Friday

14:22

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 18 (11 dicembre 2014)—Prima di tutto, se avete letto la nota del diario di ieri, vi farà piacere sapere che il Fan-Pump-Separator [il componente ventola-pompa-separatore—N.d.T.] che Butch e io abbiamo sostituito nell’ultimo paio di giorni sta funzionando nominalmente: Butch ha eseguito la procedura di controllo con ottimi risultati! Ero nel bel mezzo del mio allenamento con CEVIS, la nostra cyclette spaziale, quando lui è uscito galleggiando dall’airlock per annunciare la buona notizia in cui speravamo: credetemi, non mi ha disturbato per niente essere interrotta!

Oggi abbiamo passato un bel po’ di tempo a prepararci all’arrivo del veicolo cargo Dragon fra un paio di settimane: nel nostro programma è stato assegnato del tempo per rivedere del materiale di addestramento a bordo sulle operazioni di avvicinamento e cattura, e abbiamo perfino partecipato a una videoconferenza con il team della NASA a Houston che lavorerà con il Dragon, che comprende gli istruttori responsabili del nostro prossimo addestramento di mantenimento delle competenze, volto ad assicurarsi che saremo pronti ad accogliere il Dragon sulla ISS.

A parte quello, oggi ho la sensazione di avere passato molto tempo intorno all’ARED, il nostro Advanced Resistive Exercise Device [macchina per l’esercizio resistivo avanzato—N.d.T.]. È la macchina straordinaria che ci permette di eseguire gli esercizi che facciamo a terra con i pesi… in assenza di peso!

Ci sono due tipi principali di esercizi che si possono fare con l’ARED: o si usa la barra lunga, che sposta in alto e in basso il sollevatore principale (per esempio per fare squat, stacchi da terra, spinte…) o si collega la barra corta a un cavo (per esempio per fare vogatore con bilancere, curl con i bicipiti o perfino crunches). Oggi mi sono trovata a immergermi nelle viscere dell’ARED e ho sostituito le funi che trasmettono il carico dal cavo a un certo numero di pulegge. Poi ho proseguito con il mio allenamento giornaliero, che però è stato speciale: ho ottenuto un canale di comunicazione privato con Colonia dove il mio allenatore sportivo, il fisioterapista e il medico di volo erano riuniti per seguire la mia sessione di allenamento con un collegamento video privato, e dare indicazioni su come mettere a punto la mia forma fisica. È molto importante non farsi male nell’allenarsi quassù!

122A5143Sfortunatamente, oggi ci si è anche rotto un diverso cavo dell’ARED: beh, non è che si sia spezzato, ma abbiamo notato un po’ di sfilacciamento nelle fibre di acciaio, che rende pericoloso usarlo e ci impedisce per ora di eseguire esercizi con punti di arresto in alto: la ragione è che questo cavo permette al sollevatore principale di appoggiarsi a un punto di arresto più alto, in modo che si possano per esempio fare squat o sollevamenti dei talloni—quando lo si lascia, la barra rimane in alto. Senza questo cavo, non c’è modo di impedire che la barra vada giù fino alla piattaforma, per esempio alla fine di una serie di squat—così ora ci dobbiamo limitare agli esercizi con un punto di arresto più basso come gli stacchi da terra o il lento avanti. Naturalmente possiamo fare tutti gli esercizi del secondo tipo con il cavo!

Abbiamo lavorato fino a ben oltre l’ora di cena per sostituire il cavo, ma sfortunatamente ci sono stati alcuni intoppi e non è ancora pronto: ci auguriamo che lo sia presto!

Hei, nella foto potreste notare che sto indossando qualcosa di piccolo sulla fronte: è per l’esperimento dell’ESA Ritmi Circadiani. Per circa 40 ore devo indossare quel sensore sulla fronte, così come uno identico sullo sterno e l’unità che registra i dati. I sensori misurano e registrano continuamente la mia temperatura corporea, fornendo dati che aiuteranno i ricercatori a comprendere i ritmi circadiani nello spazio. È un modo di vestire alla moda ma provoca anche un po’ di prurito ogni tanto, quindi domani sarò lieta di aver fatto il mio dovere per la scienza e togliere gli strumenti!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

12/12/2014

L+16, L+17: Un intervento chirurgico… su una tuta spaziale!

Thursday

12:48

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 16 e 17 (9–10 dicembre 2014)—Nell’ultimo paio di giorni Butch e io abbiamo fatto diverse ore di manutenzione di una tuta EMU, e questa è stata senza dubbio l’attività più difficile e delicata che abbia svolto in orbita finora.

La EMU è la tuta pressurizzata della NASA per le passeggiate spaziali—sostanzialmente, è una piccola astronave per una persona che può mantenere in vita all’esterno della Stazione Spaziale per diverse ore, fornendo l’ossigeno per la respirazione e la pressurizzazione, l’acqua di raffreddamento, la rimozione della CO2, le comunicazioni radio e probabilmente qualche altra cosa che sto dimenticando.

Uno dei componenti più importanti del sistema di supporto vitale è il Fan-Pump-Separator [ventola-pompa-separatore—N.d.T.], FPS per gli amici. È una singola unità sorprendentemente piccola che contiene la ventola per la ventilazione, la pompa che fa circolare l’acqua di raffreddamento, e il separatore che rimuove l’acqua di condensa (dal sudore e dalla respirazione) dal circuito di ventilazione, per mantenere l’umidità sotto controllo nella tuta e prevenire l’appannamento del casco.

Si è guastato l’FPS della tuta che dovrebbe essere usata da Terry a gennaio, e abbiamo portato con noi nella Soyuz un componente di ricambio che Butch e io abbiamo installato. Ciò che rende questo lavoro così difficile è che non era inizialmente pensato per essere fatto in orbita, così il progetto non facilita le cose in assenza di peso.

Per esempio, le viti non sono imperdibili: non un dettaglio banale quando si cerca di rimuovere e poi inserire minuscole viti con rondelle multiple in punti difficilmente accessibili.

Quindi, come si affronta un compito così? Beh, per dirne una, con molti occhi: non solo i nostri, ma anche quelli di un team di specialisti a terra che seguono il lavoro attraverso le riprese di diverse telecamere. Poi c’è una persona a terra con il ruolo di CAPCOM per questa specifica attività, che conosce molto bene tutti gli aspetti della procedura: che bello che questa persona sia stata Mark Vande Hei, del nostro corso gemello della NASA del 2009. È sempre piacevole parlare con Mark!

Poi c’è una procedura ben oliata e un certo numero di video che mostrano in dettaglio ogni passo, in aggiunta a precauzioni speciali come mettere una griglia a maglia stretta sulla bocchetta dell’aspirapolvere e posizionarlo opportunamente in modo da catturare ogni pezzo che possa sfuggire. E poi bisogna agire molto lentamente, ed essere estremamente scrupolosi in ogni azione e nel tenere sotto controllo i componenti e gli attrezzi. Butch e io abbiamo scherzato dicendo che stavamo eseguendo un intervento chirurgico sulla tuta.

Così, il nuovo FPS è al suo posto e Butch ne ha in programma domani il controllo—questo auspicabilmente confermerà che abbiamo una tuta funzionante che Terry possa usare a gennaio. Il che mi ricorda che la professione dell’astronauta richiede veramente una dose maggiore di fede e fiducia negli altri esseri umani. Per esempio, nei vostri compagni di equipaggio, che hanno sostituito un componente da cui dipenderà la vostra vita!

Naturalmente, non si tratta solo di fiducia, abbiamo in programma anche una verifica del componente: infatti Butch la eseguirà domani. Quindi è ancora troppo presto per rallegrarsi, ma se tutto va bene sarà gratificante ripensare a questo lavoro impegnativo!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

11/12/2014

L+15: “Trasformare il caffè di oggi nel caffè di domani”

Tuesday

12:44

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 15 (8 dicembre 2014)—Oggi ho avuto modo di spostarmi ancora galleggiando lungo tutto il percorso all’indietro fino all’ATV, questa volta portando con me un grande serbatoio di salamoia.

Cos’è la salamoia, potreste chiedervi? Mettiamola così: la salamoia è ciò che rimane dopo che abbiamo finito di “trasformare il caffè di ieri nel caffè di domani”, come il collega astronauta Don Pettit ha memorabilmente detto (non so se stesse citando qualcun altro!).

Come potreste sapere, ricicliamo l’urina a bordo grazie a un’attrezzatura chiamata Urine Processing Assembly [impianto di trasformazione dell’urina—N.d.T.] o UPA, da cui si ottengono due prodotti: uno che diventerà acqua potabile dopo un ulteriore trattamento nel Water Recovery System [sistema di recupero dell’acqua—N.d.T.], e poi gli scarti, un concentrato di tutta la roba nella vostra urina che non volete certamente che entri a far parte della vostra futura tazza… em, sacca di caffè.

122A5039La salamoia viene raccolta nel serbatoio di riciclaggio: quando questo si riempie, lo portiamo fuori e lo facciamo fluttuare verso l’ATV per trasferire la salamoia in uno dei grandi serbatoi per i liquidi—naturalmente, dopo avere pompato fuori tutta l’acqua che potrebbe essere stata lanciata sull’ATV in quello specifico serbatoio!

Solo la toilette nel Nodo 3 è direttamente collegata all’Urine Processing Assembly. Nella toilette del Modulo di Servizio, usata principalmente dai nostri compagni di equipaggio russi, l’urina viene raccolta in un serbatoio. Naturalmente, per il nostro bilancio dell’acqua di bordo abbiamo bisogno di trasformare anche quell’urina, così alcuni serbatoi pieni di urina si materializzeranno periodicamente in una posizione di stivaggio temporanea nel Nodo 1, e trasferiremo progressivamente l’urina all’UPA.

Se siete fra quelli che trovano questo piuttosto fastidioso o perfino disgustoso, cercate di vederlo in questo modo: la nostra nave spaziale Terra è, fra le molte altre cose, un gigantesco UPA. Semplicemente, non siamo abituati a pensare alla storia precedente delle molecole d’acqua nella nostra bevanda: non avrebbe molto senso, vero? Nemmeno sulla ISS ci pensiamo!

Fra l’altro, devo dichiararmi colpevole e ammettere che oggi non ho per niente contribuito al bilancio dell’acqua. Ma è per una buona ragione: la scienza! Sto facendo una raccolta delle urine delle 24 ore, così dovremo togliere dalla nostra acqua di bordo tutte le mie provette piene, ormai al freddo nel congelatore Melfi. È una di quelle cose per le quali siete un po’ nervosi la prima volta, perché è facile combinare un pasticcio in assenza di peso, ma sono felice di poter dire che è andato tutto liscio e facile!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

09/12/2014

L+13, L+14: di asciugamani e weekend nello spazio.

Monday

09:35

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 13–14 (6–7 dicembre 2014)—Un altro week end è passato ed è ora di prepararsi a una nuova settimana di lavoro nell’avamposto dell’umanità nello spazio!

Come ho scritto lo scorso fine settimana, il sabato è il giorno delle pulizie. È anche il giorno in cui si ha un po’ più di tempo per l’igiene personale, quando ci si può fare un bagno lussuoso… em, sto scherzando. Ma, in termini spaziali, è comunque un giorno lussuoso: si potrebbe scegliere, come me, di inaugurare al sabato il proprio asciugamano nuovo e pulito. Non è esattamente della misura per una doccia, più simile invece a quello che usereste a casa per asciugarvi le mani, ma è comunque bello.

Abbiamo anche una “doccia in una borsa” a giorni alterni: è uno di quegli asciugamano da campeggio che si imbevono d’acqua—la maggior parte dei nostri sono ripiegati in una sacca con la stessa interfaccia per il distributore d’acqua come per le bevande, così si può inserire l’acqua direttamente nella sacca senza spargere gocce in giro.

E utilizziamo un sacchetto di sapone liquido a settimane alterne. Così, ricapitolando, ci si lava con il proprio asciugamano da campeggio e il sapone liquido, ci si asciuga con il vero asciugamano settimanale. Abbiamo in dotazione anche un panno alla settimana, io in genere lo uso per una settimana per asciugare il sudore durante l’esercizio fisico, la settimana successiva viene poi promosso ad asciugamano per raccogliere il dentifricio sputato. Lo so, sono viziata: molti astronauti lo ingoiano semplicemente.

Hey, se lo sputare nell’asciugamano è stato saperne già troppo per voi, potreste volervi fermare qui, perché c’è di meglio. Che ne dite di tagliarsi le unghie nello spazio? Sono un po’ imbarazzata di ammettere che avevo rimandato questa operazione fino a ieri, perché mi intimidiva un po’. Come vi assicurate di non perdere nella cabina un pezzo di unghia tagliata, che potrebbe finire negli occhi di qualcuno? Sarebbe un gesto di galateo spaziale piuttosto maldestro. Mi è stato raccontato che lo si fa vicino a una griglia di ventilazione di ingresso, ma non ero convinta al 100% che sarebbe andato liscio. A ogni modo, sono lieta di riferire che ha funzionato alla grande. Ho trovato una griglia di ingresso con una maglia molto fitta e un flusso d’aria vigoroso e mi sono tagliata le unghie con cura proprio lì davanti e, infatti, tutti i pezzi sono andati nella direzione giusta e si sono attaccati alla superficie della griglia. Alla fine ho dovuto solo passare l’aspirapolvere.

Un’altra cosa che ci piace fare nel week end, se in qualche modo si adatta al ritmo di utilizzo prescritto del cibo, è rifornire le nostre scatole di pietanze nel Nodo 1.

Le scorte di cibo sono organizzate per tipo, come carni, verdure, frutti e frutta secca, prima colazione, ecc… quando tiriamo fuori un nuovo pacco, come quello che sto tenendo nella foto, leggiamo il codice a barre e lo inseriamo nella sezione del “cibo in distribuzione” del sistema di inventario, così a terra sanno sempre a che punto siamo con il cibo. Delle piccole scatole, come quelle che potete vedere nella parte sinistra della foto, fungono da scaffali della nostra cucina per conservare i pacchetti di cibo in dotazione nel Nodo 1. C’è un’etichetta sulla parte anteriore di ciascuna scatola per annotare la data in cui quel tipo di cibo è stato rifornito l’ultima volta: in questo modo possiamo assicurarci che non stiamo consumando le scorte troppo rapidamente!

Oggi sono subentrata a Terry in quella che chiamiamo “The Duty” [la corvée—N.d.T.], una rotazione settimanale che comprende un certo numero di responsabilità amminsitrative e faccende: accendere le luci al mattino, spegnerle alla sera, chiudere le imposte delle finestre della Cupola di notte, ma anche condurre le nostre Daily Planning Conferences [riunioni giornaliere di pianificazione—N.d.T.] con i centri di controllo e dare un’occhiata al Daily Summary [riassunto giornaliero—N.d.T.]. Quest’ultimo è un documento che viene trasmesso ogni mattina alla ISS e contiene alcune informazioni fondamentali per la sicurezza della Stazione (per il caso in cui avessimo una grave avaria e perdessimo le comunicazioni con la terra), così come una sezione di domande e risposte: domande per l’equipaggio e risposte a domande che l’equipaggio ha fatto in precedenza. Contiene anche il registro delle presenze di tutti i centri di controllo per i turni della giornata, così possiamo sempre sapere chi è in console a Houston, Huntsville, Monaco, Tsukuba e Mosca.

08/12/2014

L+12: Il tempo vola via…

Sunday

11:37

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 12 (5 dicembre 2014)—Wow—dov’è andata questa settimana! È incredibile quanto il tempo voli velocemente quando siete molto impegnati e vi state godendo quello che fate. Giovedì, Butch e io eravamo entrambi assolutamente convinti che fosse mercoledì: il povero Terry ha dovuto mostrarci l’OSTPV (la nostra applicazione di pianificazione elettronica) per farci cambiare idea!

Parlando di pianificazione, ieri il programma per me è stato completare una serie di tamponi per l’esperimento Microbioma, per il quale stavo già raccogliendo le urine e il sangue per questa intera settimana. Al mattino ho raccolto tamponi della pelle in diversi punti sul mio viso e sulle braccia. Più tardi ho ripetuto alcuni di quei tamponi dopo essermi allenata, e ho preso dei tamponi della superficie in alcuni punti molto toccati sulla ISS: la barra di sollevamento di ARED che usiamo per il “sollevamento pesi”; le manopole che ruotiamo per aprire e chiudere le imposte delle finestre della Cupola; i microfoni a mano e così via. Come al solito, tutto va messo nel congelatore MELFI per il ritorno ogniqualvolta i campioni possono avere un passaggio giù verso la Terra.

Ho anche spostato un’unità SAMS in Columbus: le unità SAMS sono installate lungo tutta la Stazione e misurano l’accelerazione. Se fossimo in una condizione di perfetta microgravità, SAMS misurerebbe un’accelerazione nulla. Ma naturalmente, sebbene fluttuiamo senza peso, non abbiamo una microgravità assoluta sulla ISS; qualsiasi sollecitazione sulla struttura, che sia da una pompa in funzione o da qualcuno che si spinge su una ringhiera, causa un po’ di accelerazione localmente che le unità SAMS possono misurare.

Guardando indietro alla settimana lavorativa, ho fatto un grosso sforzo per migliorare nel non lasciare che le cose volino via: ricordarmi di chiudere bene una borsa piena di oggetti, anche se mi sto girando dall’altra parte solo per pochi secondi: esaminare l’area in 3 dimensioni prima di lasciare una postazione di lavoro; assicurare opportunamente le cose con il velcro o gli elastici, anche se sembra una buona idea stringerli semplicemente fra le ginocchia o ficcarli sotto una ringhiera… non è una buona idea.

Dal lato positivo, comunque, il fatto che le cose galleggino significa anche che avete in più la terza mano che avete sempre voluto, o la quarta, o la quinta… Supponiamo che vi servano entrambe le mani per fare una cosa, ma state tenendo qualcosa: beh, finché non vi voltate, potete semplicemente lasciarla fluttuare. Una “terza mano” la manterrà a galleggiare davanti a voi, dovete solo darle una leggera spinta se inizia a uscire dal vostro campo di vista. C’è effettivamente qualcosa di magico nell’ambiente in assenza di peso! Ed è interessante come dobbiate impararlo: ho sentito diverse volte Butch dirmi “Lasciala semplicemente andare”.

L’ultima cosa che vi dirò questa sera: Butch ha preparato il nostro albero di Natale nel Laboratorio e ha perfino appeso le calze per tutti e sei noi. Così, da ora fino a Natale, se ci imbattiamo in qualche piatto preferito di qualcuno o qualcuna mentre cerchiamo in un contenitore di cibo, possiamo metterlo nella sua calza!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

07/12/2014

L+11: Tenere l’aria pulita e la toilette efficiente nello spazio

Saturday

11:49

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 11 (4 dicembre 2014)—Ieri è stata una giornata piuttosto epica sulla ISS, grazie a Butch e Terry: un giorno prima di quanto previsto, hanno completato con successo un’attività di manutenzione molto complessa di più giorni di uno dei nostri due CDRA—Carbon Dioxide Removal Assembly [impianto per la rimozione dell’anidride carbonica—N.d.T.].

Con assistenza in abbondanza dagli specialisti a terra, e grande concentrazione e attenzione al dettaglio da parte loro, hanno riportato in forma il nostro CDRA del Nodo 3 e così ora siamo di nuovo a piena ridondanza.

Il CDRA è un componente vitale per la nostra sopravvivenza sulla ISS: sull’astronave Terra le piante si prendono cura di “rimuovere” dalla nostra atmosfera la CO2 che espiriamo—sull’astronave ISS abbiamo bisogno del CDRA.

Per quanto mi riguarda, ho avuto modo di fare la prima sessione dell’esperimento dell’ESA Skin-B: con tre diversi strumenti, ho eseguito una serie di misurazioni su uno specifico punto del mio avambraccio (lo stesso che abbiamo usato per la raccolta dei dati pre-volo).

Prima ho usato uno strumento chiamato Tewametro, che misura l’evaporazione dell’acqua dalla superficie della pelle: questo è un indicatore della perdita d’acqua attraverso la pelle, che a sua volta indica quanto sia buona la funzione di barriera della pelle.

Un secondo strumento, chiamato corneometro, misura il livello di umidità. E per finire, usando una piccola fotocamera UV portatile ho potuto riprendere un’immagine molto dettagliata della superficie della mia pelle.

Sebbene la scienza sia lo scopo per essere quassù, dobbiamo naturalmente prenderci cura della nostra nave e assicurarci di poter vivere lì da esseri umani. Come potete immaginare, una toilette che funziona bene è certamente parte di quello. Ieri per la prima volta ho avuto modo di accedere alle viscere della nostra amata toilette spaziale per un’operazione di routine relativamente semplice: rabboccare il serbatoio dell’acqua di scarico.

Naturalmente, non abbiamo una vera tazza della toilette da sciacquare, ma all’inizio di ogni utilizzo, quando accendiamo la ventola per creare il necessario risucchio, una certa quantità di sostanza chimica pretrattata, diluita con un po’ d’acqua dal serbatoio dell’acqua di scarico, passa attraverso le tubazioni—ci vogliono alcuni secondi, si spegne una spia e la toilette è pronta per il “Numero 1”.

Una volta ogni tanto, quell’acqua di scarico deve essere rabboccata. Normalmente, abbiamo solo bisogno di riconfigurare le valvole per consentire all’acqua di scorrere nei sarbatoi, ma è stato mostrato che questo causa un po’ di sovrapressione che ha attivato delle spie di guasto in passato. Qundi ora abbiamo una configurazione per fornire uno sfogo alla pressione durante il rabbocco, come potete vedere nella foto.

Qualcosa che la gente si chiede spesso è: che odore c’è sulla Stazione Spaziale. Ero in realtà molto curiosa anch’io, perché avevo sentito resoconti contraddittori. A essere onesti, non sono in grado di riconoscere nessun odore particolare—mi sembra piuttosto neutrale, i filtri fanno un gran lavoro. Solo la nostra Soyuz ha un odore caratteristico, non sono sicura quale, ma mi è molto caro: ogni volta che ci galleggio dentro, mi porta istantaneamente indietro al giorno del lancio!

Ora, se state lavorando vicino a un contenitore di rifiuti solidi, come mi trovavo ieri per il lavoro alla toilette, qualche odore lo sentirete. Allo stesso modo, annuserete qualcosa ogni volta che accumuliamo la spazzatura, che sia nel PMM per lo stivaggio temporaneo o nell’ATV in preparazione al rientro distruttivo. Ma in generale, nessun odore spiacevole a bordo! O forse mi sono già abituata?

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Per saperne di più: https://www.astronautinews.it/tag/logbook/

06/12/2014

L+10: Donare sangue alla scienza

Thursday

09:39

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 10 (3 dicembre 2014)—Prima di tutto, sono lieta di riferire che questa mattina ho fornito con successo cinque provette di sangue alla scienza, le ho diligentemente centrifugate e messe nel congelatore in supporto agli esperimenti Marcatori Salivari e Microbioma.

Terry è stato incaricato di assistermi qui a bordo e la nostra istruttrice Penny era pronta a rispondere alle nostre domande su Space-To-Ground [il canale dallo spazio a terra—N.d.T.] all’1 del mattino ora locale! L’unica cosa che aggiungerò sull’argomento è che, beh, è bello avere due braccia!

Con i campioni di sangue e saliva al sicuro nel congelatore MELFI, ho iniziato la mia giornata ripressurizzando l’airlock di JEM: come potreste ricordare, la settimana scorsa abbiamo rilasciato un piccolo satellite usando il braccio robotico e il satellite è stato trasferito all’esterno attraverso l’airlock giapponese, che è rimasto al vuoto da allora.

Poi ho iniziato una serie di attività di pulizia, ispezione e piccola manutenzione del rack Biolab in Columbus, la struttura di ricerca dedicata alla biologia e alle scienze della vita. Lo scopo era assicurarsi che Biolab fosse pienamente pronto a supportare i prossimi esperimenti. Le attività con Biolab hanno richiesto un po’ meno tempo del previsto, così sono stata libera di iniziare le attività di pre-imballaggio per il veicolo cargo Dragon in imminente arrivo: avremo molto da fare nel periodo in cui Dragon rimarrà attraccato, così è necessario avere il materiale da riportare già imballato e pronto a essere stivato rapidamente quando arriverà il momento.

Ho inoltre avuto modo di portare un campione fuori dal dimostratore di stampante 3D posizionato nella scatola a guanti. L’apparecchio funziona automaticamente, ma un paio di volte al giorno Butch o io accediamo al vassoio della stampante 3D e rimuoviamo il campione che è stato stampato. Tutti questi campioni torneranno sulla Terra e saranno confrontati ad analoghi campioni stampati a terra dalla stesso modello di stampante 3D, per stabilire l’influenza dell’assenza di peso.

Ho anche eseguito un paio di cicli di rabbocco del serbatoio dell’urina nel nostro Urine Processing Assembly [impianto di trattamento dell’urina—N.d.T.] dai contenitori della toilette russa. Probabilmente non un argomento da discutere a cena, ma se siete curiosi su come gestiamo l’urina, e in ultima analisi l’acqua, rimanete sintonizzati… è probabilmente un argomento per una futura nota del diario!

Fra l’altro, per nessuna ragione particolare ho appena provato a tenere le braccia lungo il corpo, nella posizione naturale in cui si sono trovate per tutta la mia vita stando in piedi: è incredibile quanto sforzo richieda realmente tenere le mie braccia senza peso in quella posizione. Non è per niente la posizione naturale in cui vogliono stare.

L’altra cosa che ho notato allenandomi è che le mie mani si stancano molto di più nel tenere la barra, per esempio durante i deadlift [stacchi da terra a gambe piegate—N.d.T.]. Non riesco a spiegarlo, ma Terry ha ipotizzato che possa dipendere dal fatto che uso le mani tutto il giorno per traslare lungo le ringhiere. Potrebbe essere…

A ogni modo, ora è arrivato per me il momento di dormire. Sto dormendo come una bambina dal momento in cui sono arrivata qui: mi lascio galleggiare nella mia piccola cuccetta e non ho nessuna pressione sul corpo. Penso che questo sia il modo in cui ho sempre inteso dormire!

(Nella foto potete vedere l’airlock giapponese la settimana scorsa, quando il portello esterno era aperto e il tavolo scorrevole esteso all’esterno per portare il satellite al braccio robotico).

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

04/12/2014

L+8, L+9: Iniziati gli allenamenti per mantenersi in forma spaziale

Wednesday

12:56

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 8 e 9 (1–2 dicembre 2014)—È cominciata la mia seconda settimana sulla ISS ed è arrivato il momento di iniziare a raccogliere dei campioni per un paio di esperimenti di fisiologia umana: Microbioma e marcatori salivari.

Questa mattina, quando mi sono svegliata e ho aperto la mia programmazione sul laptop (posizionato convenientemente a 10 cm dal mio naso nella cuccetta), ho trovato un cortese promemoria inserito proprio dopo l’orario della sveglia: non mangiare, bere o lavarsi i denti prima di raccogliere i campioni di saliva!

Ieri avevo svolto una breve attività: andare a raccogliere tutto l’equipaggiamento necessario che ho poi conservato nel mio alloggio, così avevo tutto pronto per raccogliere tre campioni, una raccolta che ripeterò giornalmente per i prossimi sette giorni.

Una seconda breve attività nella mia timeline indicava la posizione in cui dovevo conservare i campioni di saliva. In poche parole, vanno messi nel congelatore entro 30 minuti dalla raccolta, ma dove esattamente? Abbiamo tre congelatori MELFI a bordo, ognuno ha quattro cassetti, ciascun cassetto ha quattro sezioni e ogni sezione ha diversi contenitori. Visto che è un congelatore e richiede molta energia per mantenerlo al freddo, ogni volta che apriamo lo sportello non vogliamo tenerlo aperto per più di 60 secondi. Vale la pena di prendersi il tempo per essere davvero sicuri della posizione in cui vanno messi i campioni. È particolarmente essenziale per il recupero, naturalmente, quando avete bisogno di individuare rapidamente quello che dovete portare fuori dal MELFI e mettere presumibilmente in una sacca refrigerata per il trasporto a Terra.

Domani mattina, fra l’altro, avrò anche un prelievo di sangue. Visto che è il mio primo, uno dei nostri istruttori medici sarà in console a Houston, pronto ad assistermi e rispondere a qualsiasi domanda.

Anche i miei istruttori di ginnastica erano a terra oggi, pronti a dare assistenza per la mia sessione di esercizio controllato sull’ARED: è quando preparate una telecamera e gli istruttori possono vedere in tempo reale il vostro allenamento e darvi dei suggerimenti.

La propriocezione nello spazio è piuttosto diversa e potreste svolgere l’allenamento in modo insufficiente senza rendervene conto, portando a un’efficacia ridotta o perfino a dei traumi.

ARED richiede certamente un po’ per abituarsi: per esempio, quando eseguite uno squat [piegamenti sulle gambe—N.d.T.], non solo muovete la barra “in alto”, ma in realtà spingete “in basso” la piattaforma su cui poggiano i vostri piedi. E l’intera macchina è libera di muoversi su tre assi (ecco come evita di trasferire dei carichi alla struttura): il primo paio di volte che ho fatto degli squat ho avuto la sensazione, dopo ogni ripetizione, che la macchina mi forzasse a cadere in avanti.

A ogni modo, per quanto intenso sia stato il vostro allenamento, quando arrivate alle bench press [distensioni sulla panca—N.d.T.] o i crunch [esercizio chiamato anche curl-up—N.d.T.], e giacete con la schiena sulla piattaforma, una cosa è certa: avete la vista migliore che una palestra abbia mai avuto. Siete rivolti dritti giù verso la Cupola e, attraverso i finestrini, giù verso il pianeta!

Fra le molte altre attività dell’ultimo paio di giorni, ne ho avuta una che è stata particolarmente divertente: dovevo rimuovere un connettore in una posizione difficile da raggiungere nel cono all’estremità del Laboratorio, e per quello ho dovuto abbassare il portello anteriore del Laboratorio. È una cosa piuttosto importante, fra l’altro: teniamo sempre i portelli aperti, per ragioni di sicurezza. In questo caso, anche se non ho bloccato il portello, ma l’ho soltanto accostato, abbiamo dovuto assicurarci che ognuno si trovasse nel Laboratorio o a poppa di esso, cioè che nessuno fosse tagliato fuori dal nostro veicolo di salvataggio (la nostra Soyuz) nella rara eventualità che per qualche ragione il portello si inceppasse nella posizione abbassata.

Nella foto potete vedere il portello abbassato, mentre volo al di sopra per raggiungere il connettore. Inoltre, nella parte destra, si vede uno dei congelatori MELFI con i suoi quattro cassetti circolari.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Per saperne di più: https://www.astronautinews.it/tag/logbook/

03/12/2014