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ISS e collaborazione

Cara Samantha,

sono Michele, gestisco il sito www.astrocupola.it ed abbiamo avuto modo di conoscerci quando sono venuto a Colonia per il SocialSpace lo scorso settembre. 

La mia domanda prende spunto da uno dei recenti tweet del tuo collega Shenanigan Alexander Gerst, una foto, che lui ha definito la più triste mai scattata, che mostra le esplosioni e i razzi su Gaza (https://twitter.com/astro_alex/status/492003157531451392) e da un articolo che ho tradotto e riportato sul mio blog (https://www.astrocupola.it/2014/07/i-confini-dallo-spazio/) scritto da Ron Garan, astronauta, che parla dei confini visti dallo spazio. La ISS è probabilmente l’espressione migliore di come sia possibile collaborare in diversi ambiti senza alcuna barriera che separi persone di nazionalità, culture e credi diversi. Non per nulla è stata avanzata la proposta di candidare la ISS per il Nobel per la Pace. Tutto molto bello, e se le fosse assegnato sarebbe un grande segno di speranza per il futuro. Ma in concreto, visto come vanno le cose sulla Terra, cosa si può fare affinché la ISS possa essere veramente un mezzo per portare, per quanto possibile, la pace o la speranza in un mondo in cui invece che spararsi l’un l’altro si possa finalmente imparare a parlare e trovare un accordo? Voi come astronauti sulla ISS, e noi come semplici “divulgatori” o “enthusiasts” delle cose che riguardano lo spazio, cosa possiamo fare per contribuire in maniera decisa a far comprendere la necessità del dialogo e della collaborazione tra i popoli? Io ne sono convinto: space unites. Ti ringrazio per la tua eventuale risposta e ti saluto.
Un abbraccio.
Michele

Caro Michele,

condivido il tuo pensiero e ti ringrazio per il lavoro di divulgazione che svolgi. Che risponderti? Non possiamo che fare del nostro meglio per raccontare la bella storia della Stazione Spaziale Internazionale. Io credo che un buon esempio valga più di mille parole. Cari saluti, Samantha

Domande dalla Terra | la comunita' intergalattica

01/08/2014

L’ATV e l’Uovo Cosmico

C’erano una volta un prete cattolico, un astronomo e un professore di fisica all’università di Leuven. Era il terzo decennio del ‘900: mentre il prete si occupava di Creazione, l’astronomo ipotizzò l’Uovo Cosmico e il professore di fisica scrisse le prime equazioni di quel che diventerà poi la teoria del Big Bang.

Quel che rende straordinaria questa storia, è che il prete, l’astronomo e il professore convivevano nella stessa persona: Georges Lemaître. Einstein, che in quegli anni sosteneva l’ipotesi dell’universo stazionario, si accorgerà del valore delle ipotesi del collega belga un po’ a scoppio ritardato. Ma quando lo farà, definirà il suo disaccordo con Lemaître “il più grande errore della mia vita”.

Qualche anno fa Lemaître è diventato anche il nome del quinto e ultimo Veicolo Automatico di Trasferimento (ATV), che sarà lanciato il 29 luglio dalla base europea di Kourou, nella Guiana Francese. L’ATV sarà portato nello spazio – fino a un’orbita circolare a 260 km di quota – da un lanciatore Ariane 5, un razzo di dimensioni non esattamente modeste: 52 metri di altezza, per una massa di 760 tonnellate. Un gioiello della tecnologia europea, che con questo lancio batterà il suo record di sollevamento pesi: sollevare Lemaître significa fare i conti con una massa di oltre 20 tonnellate. Per l’esattezza 20275 kg.

Di questi, ben 6,6 tonnellate sono materiali che saranno utilizzati sulla ISS. Per la prima volta i tre serbatoi di acqua di un ATV saranno pieni: 850 litri di acqua fresca, sia nella versione russa sia nella versione americana . E poiché 850 litri di acqua finiscono rapidamente, Lemaître porterà sulla ISS anche il Fluids Control Pump Assembly (FCPA), che permette di riciclare l’urina e renderla pienamente potabile.

Quando l’ATV terminerà la sua missione, sarà un momento storico. Non solo perché la fase di sgancio sarà seguita da.. indovinate chi? Samantha Cristoforetti, naturalmente. Ma anche perché Lemaître è l’ultimo ATV previsto dal programma per la ISS. La sua combustione in atmosfera sarà l’ultimo atto di una storia europea di enorme successo e sarà ripresa grazie ad una Break-Up Camera ad infrarossi fino a 40 chilometri di altitudine.

Stefano Sandrelli

Aggiornamento del 30 Luglio: Il lancio di ATV-5 e’ avvenuto senza problemi nella notte del 29 Luglio alle ore 23:47 GMT dalla base di Kourou nella Guiana francese. L’arrivo alla Stazione Spaziale è previsto per martedì 12 Agosto. Questo il video del replay del lancio:  

[youtube V0L6XTXvDw8]

  Aggiornamento del 12 Agosto: 
ATV5 a 19 metri dalla Stazione Spaziale Internazionale durante le manovre per il docking il 12 Agosto 2014.

ATV5 a 19 metri dalla Stazione Spaziale Internazionale durante le manovre per il docking il 12 Agosto 2014.

  ATV5 ha completato senza problemi il docking alla Stazione Spaziale Internazionale agganciandosi al service module Zvezda alle ore 15:29 italiane.     Per maggiori informazioni sull’acqua che gli astronauti bevono sulla ISS: Liscia, gassata o spaziale? In Marocco e Antartide, l’acqua della ISS Per saperne invece di piu’ sull’ATV-5 potete leggere gli aggiornamenti sul blog ufficiale.

Niente Panico

25/07/2014

Appesi a una stringa apparente

Che cosa succede se prendiamo una scarpa per una stringa e la teniamo sospesa in aria? Qualcuno potrebbe seriamente pensare che quella scarpa abbia perso peso? Niente di magico: il peso della scarpa è stato semplicemente equilibrato dalla stringa. Fin qui non c’è davvero bisogno di uno scienziato.

Ma allora perché, a volte, ci si riferisce agli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) si trovano in “assenza di peso”?

Dite che il paragone non è calzante? Che le due cose sono molto diverse? Avete ragione e torto nello stesso momento. La differenza è dovuta al fatto che… sembra mancare la stringa.

Che invece c’è, anche se non si vede: e che agisce sia sul singolo astronauta che sull’intera Stazione.

Spesso, infatti, dimentichiamo che la ISS è in orbita intorno alla Terra. Compie un intero giro intorno al pianeta in appena 90 minuti, alla bella velocità media di circa 27 724 km/h.

Per restare in orbita intorno alla Terra, dato che l’orbita è più o meno circolare, occorre che la ISS “curvi” in ogni istante. E ciascuno di noi ha sperimentato l’effetto di una curva in auto: veniamo spinti verso l’esterno della curva. Ecco, quella è la stringa: la forza che annulla il peso della Stazione Spaziale (degli astronauti e di tutto ciò che sta in orbita intorno alla Terra) è la stessa che appare quando si curva con un auto.

Si chiama “forza apparente”. Apparente perché appare, non perché non sia reale. Che cosa ha di speciale, però? Che, a guardarci, sembra non avere nessuna origine plausibile e che esiste solo a causa della curvatura della traiettoria della ISS.

La forza apparente è la stringa che equilibra il peso degli astronauti e che permette loro di svolazzare indisturbati per la loro casa spaziale.

(NB questa è la spiegazione del fenomeno in un sistema di riferimento non inerziale. Per la spiegazione in un sistema di riferimento inerziale potete leggere questo post)

Stefano Sandrelli

Niente Panico

25/07/2014

Vita da donna sulla Stazione Spaziale

Ciao a tutti e soprattutto al comandante Cristoforetti. Sono decisa a seguire la missione 42 da vera fan, informandovi e partecipando alle comunicazioni dell’avamposto 42 se posso inviandovi i miei feed-back. Per iniziare vorrei porre una domanda scientifica sulla quale non trovo risposta da nessuna parte sinceramente: il ciclo mestruale in missioni difficili di volo e tanto più per sei mesi sulla I.S.S. viene soppresso farmacologicamente o si lascia il suo naturale svolgimento? Certo che nella seconda ipotesi…..insomma lo vedo come un disagio fisico aggiuntivo per il fisico femminile, ironicamente direi quasi un’ingiusta condanna.

Grazie per la risposta. Carla, con entusiasmo, che vi scrive da Cagliari.

Cara Carla, ti ringrazio per la tua domanda. Credo sia una curiosità che hanno in molti, per cui con l’equipaggio di Avamposto 42 abbiamo deciso di pubblicare la risposta in “Scarpette Rosa”. La trovi qui . Buona estate nella bella Cagliari, di cui ho un bellissimo ricordo. Samantha

Domande dalla Terra | la comunita' intergalattica

25/07/2014

Le scarpe rosa: vita quotidiana sulla ISS

Questo post e’ nato come risposta ad una domanda inviataci da Carla (la potete trovare qui):

Non esistono delle regole che impongano o, al contrario, vietino di sopprimere il ciclo mestruale durante una missione nello spazio. Per la verità anche delle mere raccomandazioni non esistono: ogni astronauta decide liberamente in base alla propria preferenza. È naturalmente buona norma informare della decisione il proprio “flight surgeon” (medico di volo), che deve essere al corrente di tutti gli aspetti riguardanti la salute. A parte questo, si tratta di una scelta del tutto privata.

Per quello che ho sentito raccontare dalle colleghe, credo che spesso prevalgano considerazioni di praticità che rendono preferibile una soppressione farmacologia. Non è peraltro una cosa molto lontana da quanto praticato comunemente da molte donne: chi fa semplicemente un uso “classico” della piccola anticoncezionale di fatto sopprime già il proprio ciclo mestruale. Le perdite durante la settimana di interruzione (o di placebo), non sono una vera mestruazione, ma un cosiddetto sanguinamento da sospensione.

Se si decide invece di avere invece un regolare ciclo mestruale a bordo, non è certo un problema. Ci sono stock di prodotti igienici e la “scocciatura” mi sembra davvero minima: io non vorrei farei cambio, per esempio, con la necessità di radermi il viso (e magari anche la testa) tutte le mattine in assenza di peso!

Samantha Cristoforetti

Le scarpe rosa

25/07/2014

Cadi e gira, cadi e gira

La Stazione Spaziale Internazionale orbita intorno al nostro pianeta muovendosi a quasi 28mila km/h. Chi la tiene lassù?

ISS trackingLa risposta può sembrare sorprendente, a prima vista: la tiene in orbita il proprio peso, cioè la forza con la quale la Terra la attrae gravitazionalmente. Se la Terra non tenesse la ISS al guinzaglio grazie al peso, la nostra casa nello spazio se ne andrebbe via lungo una linea retta, alla stessa velocità di cui sopra.

La Terra, invece, ha il buon senso di farla cadere verso di sé in ogni istante: grazie alla sua velocità, però, la caduta non comporta un avvicinamento al pianeta, ma il mantenimento di un’orbita circolare. In altri termini: gli astronauti, quando li vediamo galleggiare, stanno cadendo. Non verso la Terra, ma intorno alla Terra.

Stefano Sandrelli

Niente Panico

18/07/2014

In Marocco e Antartide, l’acqua della ISS

Che cosa hanno in comune l’Antartide, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e la cittadina di Sidi Taïbi, vicino a Kenitra, a circa 30 km da Rabat, la capitale del Marocco? Ecco un piccolo suggerimento che proviene direttamente dalle nostre cucine: lo scolapasta. O il colino, se preferite. Riuscite a immaginarne uno con fori di un decimillesimo di millimetro? Si tratta di un filtro per il riciclo dell’acqua messo a punto dall’ESA per gli astronauti, ma che dal 2005 è utilizzato sulla base italo-francese Concordia, in Antartide e che, in queste settimane, è approdato in Marocco. Con i suoi minuscoli forellini, il filtro è in grado rimuovere i nitrati e rendere l’acqua potabile: ovunque questo processo sia necessario. Grazie a un progetto dell’università di Kenitra sostenuto dall’UNESCO, a Sidi Taïbi è stato realizzato un intero impianto di depurazione alimentato a energia eolica e solare, che rifornisce di acqua da bere una scuola di 1200 studenti. Se tutto funziona, le industrie e l’Università sono pronte a estendere il progetto all’intera cittadina. Tutto nasce nello spazio, perché a bordo della ISS, il riciclo dell’acqua è vitale. Anche se, grazie a una serie di scelte tecniche, il fabbisogno di acqua di un astronauta è appena il 10% di quello di un terrestre medio, le scorte di acqua fresca in arrivo da Terra sono insufficienti e dispendiose. Quindi si ricrea artificialmente il buon vecchio “ciclo dell’acqua” che si studia alle scuole primarie. Nel caso della ISS e della base Concordia, per esempio, urina, sudore e acqua degli scarichi vengono raccolti e, attraverso un ciclo di depurazioni, trasformati in acqua potabile. Arricciate il naso? È solo questione di abituarsi all’idea: l’acqua che si ottiene è molto più pura di qualsiasi acqua minerale!

Stefano Sandrelli

  Per ulteriori informazioni: https://science1.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2000/ast02nov_1/ https://eandt.theiet.org/news/2014/may/water-recycling-esa.cfm https://www.esa.int/Our_Activities/Human_Spaceflight/Research/Space_brings_fresh_water_to_Morocco https://blogs.esa.int/concordia/2013/03/15/recycling-water-in-concordia/

Niente Panico

11/07/2014

Liscia, gassata o spaziale?

Che tipo di acqua bevete? Preferite un’acqua imbottigliata, magari leggermente frizzante, o siete fra coloro che si affidano all’acqua del proprio Comune? Provate a chiederlo a un astronauta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e la domanda acquisterà un sapore tutto particolare. Vi risponderà che, in orbita, si beve soprattutto acqua a km 0, perché’ si tratta appunto di quella che si ottiene attraverso il sistema di riciclo della ISS. Ma che, quando arriva il veicolo automatico di trasferimento ATV dell’ESA (che si occupa dei rifornimenti alla Stazione), gli astronauti sono ben contenti di bere un sorso di acqua che proviene da 400 km di distanza. E che è acqua “del Sindaco”. Da quando l’ATV dell’ESA è in servizio, infatti, a ogni volo la ISS viene rifornita di regolarmente anche di acqua potabile. Quest’ultima, in taniche da circa 400 litri costruite appositamente dalla Thales Alenia Space, è fornita dalla SMAT, la Società Metropolitana Acque Torino S.p.A. È un po’ come se l’ATV funzionasse da prolunga del sistema idrico piemontese. Un particolare: l’acqua fornita ai cosmonauti russi è leggermente diversa, più mineralizzata di quella fornita agli astronauti occidentali, che invece preferiscono un’acqua dal residuo fisso più basso. Si usano quindi due sorgenti diverse: rispettivamente, l’acqua del Pian della Mussa della centrale di Venaria e quella della Centrale di Grugliasco. Ma non è finita qui. Anche la preparazione deve essere fatta con metodi leggermente diversi: gli astronauti americani bevono acqua disinfettata con iodio, mentre altri preferiscono un trattamento con argento e fluoro. Modulo che vai, acqua che trovi. L’ATV è costruito per l’ESA da un consorzio di industrie europee capeggiate da Airbus defence & space. Fra le industrie italiane o a partecipazione italiana ricordiamo la Thales Alenia Space Italia e Selex-ES.

Stefano Sandrelli

Niente Panico

04/07/2014

La nostra osteria ai confini dell’Universo, seconda parte

Nell’osteria ai confini dell’Universo si possono trovare diversi tipi di cibo spaziale. Negli ultimi decenni, gli astronauti hanno potuto sostituire gli alimenti poco appetibili delle prime missioni con altri di migliore qualità. Continuiamo qui la classificazione che abbiamo iniziato. Cibi pronti per essere consumati. Confezionati in buste trasparenti e flessibili, non richiedono alcun tipo di preparazione. Esempi: noci, barrette di cereali e biscotti. Carne irradiata. Le bistecche di manzo vengono cotte, confezionate in sacchetti flessibili e quindi sterilizzate usando una radiazione ionizzante. Esempio: bistecca di manzo.Vengono utilizzati prodotti attualmente in commercio. Inoltre, a bordo sono anche disponibili dei dosatori in polietilene contenenti pepe liquido sospeso in olio e sale liquido disciolto in acqua. Esempi: ketchup, senape, maionese, salsa taco, e salsa di peperoncino. Cibi surgelati. È possibile impedire l’accumulo dei cristalli di ghiaccio attraverso un congelamento rapido. Questo mantiene praticamente intatti la consistenza e il gusto dei prodotti. Esempi: torte salate, sformati e pasticcio di pollo. Cibi refrigerati. Questi alimenti hanno bisogno di basse temperature per evitare il deterioramento. Esempi: crema di formaggio e panna acida. Tortillas a lunga conservazione. Si tratta di una buona soluzione che elimina il problema della presenza di briciole di pane e cracker in condizioni di microgravità. Le tortillas vengono confezionate in atmosfera protettiva, con un ben definito livello di acidità e di acqua libera, cioè quella effettivamente disponibile per la crescita dei batteri patogeni, in modo da inibirne la crescita.

03/07/2014

Quale sarà il tuo ruolo a bordo della Soyuz?

L’equipaggio della Soyuz, la piccola astronave russa che ci porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale, è composto da tre persone. Nel posto centrale si siede il comandante, che è sempre un/a cosmonauta russo/a. Nel mio caso si tratta di Anton Shkaplerov, al suo secondo volo nello spazio. Io mi siederò nel posto di sinistra, quello dell’ingegnere di bordo, una sorta di co-pilota, anche se non si può davvero dire che la Soyuz si piloti come un aeroplano. L’addestramento del comandante e dell’ingegnere di bordo sono pressoché identici per quanto riguarda la conoscenza dei sistemi di bordo e delle procedure, nonché nella capacità di controllare manualmente il veicolo in alcune fasi del volo, come l’avvicinamento finale alla Stazione Spaziale, l’attracco e il rientro nell’atmosfera. Ma quando siamo ai nostri posti nel simulatore Soyuz, o presto nel veicolo reale, ognuno di noi ha dei compiti ben precisi, che in gran parte derivano dall’accessibilità dei controlli. Per esempio, solo il comandante nel posto centrale ha una buona visione dal periscopio e può quindi controllare l’orientamento del veicolo prima di accendere il motore. Io, invece, nel posto di sinistra, ho accesso per esempio ai cosiddetti “comandi particolarmente importanti”, una serie di 22 pulsanti che permettono di effettuare molte operazioni vitali anche con il computer di bordo in completa avaria. Come ingegnere di bordo ho inoltre, ancor più del comandante, la responsabilità di conoscere perfettamente il funzionamento di tutti i sistemi, in modo da poter supportare l’equipaggio nel prendere rapidamente la giusta decisione in caso di situazioni non nominali.  

Chiedilo a Samantha

30/06/2014