La Stazione Spaziale Internazionale ISS è un laboratorio davvero unico nel suo genere, abitazione con tanto di finestre, luogo di lavoro, palestra… Non manca proprio nulla. È davvero così? Abbiamo provato a chiederlo a Giorgio Boscheri, Project Engineer a Torino presso Thales Alenia Space Italia, l’azienda che ha contribuito alla costruzione di circa la metà di questa abitazione orbitante. La risposta ci ha sorpreso: “Manca un orto”.
In effetti, diversi esperimenti per studiare la crescita delle piante in assenza di peso hanno volato sulla ISS, sullo Space Shuttle e la stazione MIR. Ma la capacità di produrre cibo fresco e sicuro in orbita non è ancora realtà. Serve quindi darsi da fare: un orto spaziale porterebbe diversi vantaggi. Oltre a fornire cibo fresco, le piante attraverso la fotosintesi producono ossigeno e consumano l’anidride carbonica espirata dagli astronauti. Contribuiscono alla rigenerazione dell’acqua tramite l’assorbimento da parte delle radici e la traspirazione dalle foglie. E consentono di portare un po’ di Terra nello spazio, con benefici psicologici per l’equipaggio.
Giorgio ci mostra l’area tecnologica “Recyclab”, dedicata interamente alla sostenibilità degli habitat spaziali, dove si sviluppano tecnologie per la generazione e il riciclo delle risorse vitali, quali l’acqua e l’aria. ”Presso il Recyclab stiamo sviluppando da alcuni anni un prototipo di sistema protetto per coltivare le piante nello spazio, che porta un nome evocativo: EDEN. E` grande quanto un frigorifero, e ha l’obiettivo di produrre il necessario supplemento nutritivo fresco per gli astronauti. Il piccolo orto è illuminato da luci LED rosse e blu che gli conferiscono un aspetto psichedelico, trae anidride carbonica dall’ambiente circostante e impiega acqua ottenuta condensando l’umidità dell’aria di cabina.”
Nel suo impegnativo percorso di sviluppo verso la ISS, EDEN farà tappa anche in Antartide, ambiente estremo che permetterà di replicare a terra condizioni operative per alcuni aspetti simili a quelle spaziali. E` questo l’obiettivo del nuovo progetto EDEN-ISS, finanziato dalla Commissione Europea, che vede una nutrita partecipazione Italiana sia industriale che scientifica, con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Tedesca DLR di Brema.
Aggiunge Matteo Lamantea, responsabile dell’unità “Life Support & Habitat”: “Con l’obiettivo di portare EDEN sulla ISS, abbiamo capito che la base in Antartide ci permetterà di ricostruire fedelmente l’ambiente biologico isolato e a stretto contatto con l’uomo, tipico di una stazione spaziale, verificando così la capacità di produrre cibo di qualità in condizioni limite. Potremo anche studiare e affrontare inconvenienti e difficoltà di gestione, come ad esempio il controllo della pulizia.” Dopotutto possiamo facilmente immaginare che l’orto, anche se nello spazio e coltivato “fuori-suolo” non sarà certo un ambiente sterile: bisognerà riuscire a conciliarne la praticità d’uso con gli alti standard di sicurezza richiesti nei sistemi spaziali.
Ma quali sono i “ritorni” da queste ricerche avanzate per la coltivazione in ambienti estremi? Molteplici: verso la produzione di cibo nutriente, sicuro e di qualità, con efficiente impiego dell’energia in serra e minimo consumo di acqua. Perché lo spazio ci costringe a pensare che ogni grammo è prezioso, nulla va sprecato, e noi progettiamo sempre con quell’obiettivo. La Green Economy per la Terra passa quindi anche per lo Spazio.
Cesare Lobascio (Thales Alenia Space – Italia)
Per saperne di più:
Thales Alenia Space on the ISS https://www.thalesgroup.com/en/worldwide/space/fundamental-role-iss
DLR – Greenhouse modules in analogue environments www.dlr.de/irs/en/desktopdefault.aspx/tabid-9330/15377_read-39521/
Agrospace Friends https://www.linkedin.com/groups/Agrospace-Friends-4463771/about
12/02/2015