Il preparativo, il lancio, il viaggio: tutti momenti emozionanti. Ma quale sarà il primo ambiente della Stazione Spaziale in cui Samantha metterà piede? O meglio: non metterà piede. D’accordo, riformuliamo la domanda: quale sarà il primo ambiente della Stazione Spaziale in cui Samantha potrà fluttuare senza peso?
Samantha si troverà in territorio russo: la Soyuz, infatti, si connetterà con il segmento della Stazione sotto la responsabilità della Russia. In particolare, la navicella attraccherà al modulo Rassvet, termine che significa “alba”. Rassvet, che tecnicamente è conosciuto come Mini-Research Module 1, è un modulo relativamente piccolo.
Ha un volume abitabile di pochi metri cubi: in pratica è un “disimpegno” per tutti coloro che arrivano in orbita con il volo spaziale della Soyuz. Piccolo, ma sufficiente per allungare finalmente le gambe.
È un modulo arrivato sulla Stazione da relativamente poco, dal maggio 2010, a bordo della penultima missione dello shuttle Atlantis, la STS-132. Con l’installazione del Rassvet, che ha alcuni spazi dedicati ai laboratori e altri dedicati allo stoccaggio di materiale di vario genere, le porte di attracco del segmento russo sono diventate ben quattro. Questo consente di gestire al meglio il traffico di Progress, Soyuz e ATV dell’ESA che salgono e scendono dalla Stazione.
Rassvet conduce a un altro modulo russo, Zarya, che è stato il primo modulo della Stazione Spaziale a essere lanciato in orbita, il 20 novembre 1998: ormai sedici anni fa. Dal segmento russo, Samantha raggiungerà poi il Nodo 1 e da lì avrà poi la possibilità di dare una prima occhiata alla sua nuova casa spaziale. E di raggiungere il suo “angolino” riservato per qualche minuto di privacy.
Stefano Sandrelli
Per saperne di più sul modulo Rassvet:
https://www.space.com/72-iss-module-russian-mrm-1-rassvet.html
https://www.russianspaceweb.com/iss_mim1.html
24/11/2014