Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 01/09/2015):
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 200 (11 giugno 2015) — Dopo un’estate di riabilitazione e debriefing (sì, anche 2 settimane di vacanza), è ora di concludere il racconto della mia missione sulla ISS. Questa è la prima di una serie finale di note del diario che ripercorrono la partenza, l’atterraggio e il riadattamento!
Sembra che questa volta facciano sul serio: dopo un rinvio di un mese, questa volta vogliono veramente che torniamo a casa.
Ci siamo svegliati presto per il nostro ultimo giorno sulla ISS: la Daily Planning Conference [riunione di pianificazione giornaliera—N.d.T.], la nostra riunione con i centri di controllo per iniziare la giornata, è stata programmata all’1 del mattino! Ma siamo andati a dormire nel primo pomeriggio di ieri, in effetti stiamo spostando i turni di sonno da un paio di giorni. L’undocking non avverrà prima delle 10:18 del mattino ma c’è molto da fare prima che possiamo mandare il comando per aprire i ganci che tengono la nostra Soyuz collegata alla Stazione Spaziale. E se ci immaginate a prenderci un po’ di tempo per dire mentalmente addio, godendoci con comodo le nostre ultime ore nello spazio… beh, naturalmente non lo state pensando, lo sapete molto bene!
In realtà la mattinata è stata piena come sempre. Scott e io ci trovavamo in Columbus ancora prima della DPC, assistendoci a vicenda con i nostri prelievi di sangue. Si trattava di un cosiddetto “prelievo di sangue ambientale”, in cui cioè le provette non vanno messe nei congelatori MELFI ma riportate a terra nella Soyuz. Verranno prese dal modulo di discesa subito dopo che saremo estratti. Il prelievo di sangue non era in sé diverso dagli altri che abbiamo fatto, ma le istruzioni di imballaggio sembravano complesse, specialmente per alcune specifiche provette che Scott utilizza per il suo esperimento Studio sui Gemelli. Gli sarò eternamente grata per essersi offerto di prendersi cura da solo di tutto l’imballaggio, in modo che potessi risparmiare un po’ di tempo per un giro finale della Stazione Spaziale. Grazie Scott!
Comunque ho avuto anch’io la mia parte di lavoro di imballaggio. Ricordate l’esperimento Differenziazione delle Cellule Staminali della nota L+141-L+144? Beh, anche quei campioni devono tornare a terra oggi, così ho dovuto prenderli dal MELFI e imballarli in delle sacche isolate termicamente per il ritorno. Non c’è molto spazio nel modulo di discesa della Soyuz, come potete immaginare, così cerchiamo di impacchettare le cose nel modo più compatto possibile. Nel caso di oggetti che vanno presi appena possibile indichiamo il numero del pacchetto su un’etichetta verde e scattiamo anche una foto, che verrà fatta avere al team di recupero nel luogo dell’atterraggio in modo che sappiano esattamente dove guardare. Naturalmente, Anton sta caricando la Soyuz esattamente secondo il piano cargo: è importante per un veicolo spaziale mantenere il centro di massa nel punto giusto, specialmente se si tratta del vostro passaggio di ritorno verso la Terra!
Fra l’altro, oggi non ho donato alla scienza soltanto del sangue. Come prima cosa dopo essermi svegliata per l’ultima volta nel mio sacco a pelo galleggiante, ho prelevato tre diversi campioni di saliva-—un’attività di routine di 10 minuti che ormai ho fatto molte volte per gli esperimenti Microbioma e Marcatori Salivari. Oh, non dimentichiamo la raccolta delle urine! Riempirò delle provette di urina e le metterò nel congelatore MELFI in modo che rimangano fino alla chiusura del portello. Il lato glamour del volo spaziale…
Foto: il prelievo dei campioni dell’esperimento Differenziazione delle Cellule Staminali dal congelatore MELFI.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.
02/09/2015