International Space Station (prima degli Shenanigans)
Samantha Cristoforetti volerà in direzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) tra meno di due settimane. Nel corso della missione Futura, che vede attivamente coinvolte ESA, ASI e Aeronautica Militare, la nutrizione avrà un ruolo di grande rilievo. Che cosa succedeva prima della selezione degli Shenanigans, quando gli astronauti europei non disponevano ancora del bonus food di Argotec?
A bordo della ISS non ci sono frigoriferi o congelatori per alimenti, anche se questi erano stati pianificati all’inizio del progetto come parte integrante del modulo abitativo degli Stati Uniti. Tuttavia, questa soluzione è stata presto abbandonata a causa del costo e della potenza necessaria, giudicati eccessivi. Di conseguenza, i tecnici hanno concentrato i propri sforzi sullo sviluppo di prodotti alimentari a lunga conservazione.
La durata delle missioni ISS era inizialmente di quattro mesi, quindi era necessaria una varietà alimentare maggiore rispetto al passato in modo da sostenere al meglio la salute e la psicologia dell’equipaggio. A partire dal 1998 sono stati sviluppati una cinquantina di nuovi prodotti termostabilizzati, preferibili rispetto a quelli liofilizzati anche per ovviare alla mancanza di produzione autonoma di acqua a bordo della ISS, oggi possibile grazie al Potable Water Dispenser. Inoltre, le nuove ricette sono state formulate in modo da avere una quantità moderata di sodio e di grassi.
Dopo l’incidente del Columbia, nel febbraio del 2003, la durata della missioni a bordo della ISS è stata portata a sei mesi, rendendo l’alimentazione ancora più importante. Gli astronauti potevano comporre il loro menu scegliendo tra 185 cibi e bevande della NASA e 100 dell’agenzia spaziale russa. I loro menu venivano spesso integrati con una piccola quantità di bonus food, anche se questo era decisamente primitivo rispetto a quello realizzato da Argotec. Gli alimenti extra potevano essere caramelle, biscotti e cracker già disponibili in commercio, anche se con determinati livelli di qualità e shelf-life.
Il cibo veniva trasportato sulla ISS tramite Shuttle e voli Progress. Insieme a questo veniva stivata anche una piccola quantità di cibo fresco, soprattutto mele, arance e carote. In generale, grazie alla lunghezza delle missioni ISS, gli astronauti hanno potuto disporre di un modello alimentare più stabile di quello Shuttle, dove i tempi erano molto più ristretti e frenetici. Anche per questo motivo, il consumo di alimenti è stato più alto sulla ISS, anche se non ancora al livello osservato durante il programma Skylab.
Antonio Pilello
Per saperne di più: https://www.argotec.it/argotec/index.php/spacefood
13/11/2014