Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 3 —Con un po’ di ritardo, qualche parola sulla mia giornata di ieri nell’avamposto dell’umanità nello spazio.
La maggior parte delle mie attività del giorno sono state dedicate all’esperimento “Blind and Imagined” [a occhi chiusi e immaginato—N.d.T.] dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Connesso, non è l’apparato sperimentale più semplice, specialmente per il visitatore della ISS con il minor tempo nello spazio di sempre (sarei io, almeno per qualche altro giorno—hey, dovete cercare i vostri record dove potete!).
“Blind and Imagined” si svolge nel laboratorio giapponese JEM e richiede di preparare un gruppo di quattro telecamere chiamate Elite, che riprendono uno specifico volume nel modulo. All’interno di quel volume, il soggetto esegue una serie di movimenti e il moto in tre dimensioni viene tracciato con precisione dalle telecamere Elite, grazie a una serie di marcatori riflettenti attaccati al corpo del soggetto: si tratta sostanzialmente di piccole sfere, delle dimensioni di una biglia, con speciali proprietà ottiche. Si fissano su una striscia adesiva e possono quindi essere applicate sulla pelle: ho dovuto metterne un certo numero sulla parte destra del mio corpo, dalla caviglia alla fronte, fra cui diverse sulla mano per la seconda parte del protocollo, in cui dovevo immaginare di lanciare una palla verso un bersaglio con diversi livelli di forza. Nella prima, invece, ho dovuto avvicinarmi per prendere un bersaglio davanti a me, piegandomi all’altezza dei fianchi e delle caviglie, a volte con gli occhi aperti, a volte con gli occhi chiusi.
L’esperimento mira a studiare l’adattamento sensoriale-motorio nello spazio. Come adatta il vostro cervello la sua strategia per controllare il movimento e l’equilibrio in questa condizione molto aliena dell’assenza di peso?
Qualsiasi comprensione otteniamo del funzionamento del cervello potrebbe aiutarci nel tempo a curare persone con disturbi neurologici o lesioni.
Beh, i ricercatori di “Blind and Imagined” trarranno le loro rigorose conclusioni dai dati, ma io mi sono certamente divertita anche solo osservando gli scherzi che mi gioca il cervello. Per esempio, quando mi trovo a muovermi lungo, diciamo, il soffitto, il mio cervello pensa che sia il pavimento, così quando devo girare all’interno di un modulo laterale sono costantemente tentata di fare la svolta sbagliata perché il mio cervello si aspetta che sia dalla parte opposta. O a volte devo fare uno sforzo deliberato per un secondo o due per capire dove sono: è il pavimento, il soffitto, una parete? Sono sicura che diventerà tutto più veloce col tempo, o almeno così dice Butch.
Inoltre, ieri ho mangiato degli ottimi asparagi reidratati, finora la mia verdura reidratata preferita dal Ristorante Self-Service Nodo 1!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.
Per saperne di più: https://www.astronautinews.it/
27/11/2014
1 Comment
Ti ringrazio ancora Samantha per i tuoi aggiornamenti. Questi esperimenti che hai condotto sono davvero molto interessanti… per quanto riguarda l’orientamento credo che appena tornerai sulla Terra sentirai la mancanza di poter camminare sul soffitto!!