I prodotti di stagione possono fare bene a noi stessi, ma anche all’ambiente. Come stimato dalla Coldiretti, il trasporto di prodotti non locali come i mirtilli dell’Argentina, le ciliegie del Cile o gli asparagi del Perù, può produrre una quantità elevata di anidride carbonica. In totale, una famiglia di medie dimensioni potrebbe addirittura risparmiare fino a una tonnellata di CO2ogni anno, semplicemente scegliendo di consumare frutta e verdura di stagione. Tra l’altro, da questo punto di vista, l’Italia ha anche il vantaggio di avere una varietà alimentare molto ampia. In generale, una modifica delle abitudini delle famiglie italiane potrebbe portare alla riduzione di ben 100 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.
Anche Stefano Polato, il responsabile dello Space Food Lab di Argotec, è un grande sostenitore della stagionalità dei prodotti. “Prima di tutto – ci spiega lo chef –sarebbe opportuno assumere un comportamento più corretto e responsabile nei confronti dell’ambiente, degli altri, di se stessi. Visto che i prodotti regionali non fanno molta strada, i prezzi sarebbero decisamente più bassi. Di conseguenza, prima di fare un acquisto, pensiamo sempre alla provenienza di quello che stiamo mettendo nel carrello e leggiamo bene le etichette. Spesso, infatti, anche gli alimenti più “insospettabili” arrivano sulle nostre tavole dopo aver percorso molti, certamente troppi, chilometri. In realtà, molto probabilmente avremmo potuto consumare un prodotto simile più vicino”.
Molte persone, infine, non sanno che anche il pesce ha una sua stagionalità: “Per esempio – secondo Polato – in autunno-inverno è meglio mangiare delle belle triglie o un rombo chiodato. In primavera-estate, invece, il mio consiglio è quello di gustare una buona spigola o delle sarde. In generale, il pesce di stagione ha molto probabilmente il vantaggio di non essere allevato, evitando così tutte le problematiche collegate agli allevamenti. Allo stesso modo, anche frutta e verdura coltivati in serra presentano alcuni inconvenienti, tipicamente il poco gusto dovuto alla mancanza di luce solare. In linea di massima, gli alimenti di stagione ci fanno stare meglio, con un carico maggiore di vitamine, quindi vale assolutamente la pena di scegliere qualche prodotto tipico. Proprio come ha fatto Argotec con il bonus food di Samantha”.
Antonio Pilello
Per saperne di più:
https://www.argotec.it/argotec/index.php/spacefood/spacefood_futura
16/10/2014
1 Comment
bell’articolo, grazie!!! Spero proprio che la cultura del cibo di stagione prenda sempre più piede, il che significa anche consapevolezza delle stagionalità (che troppe persone hanno perso non avendo contatti con la produzione agricola…).
Mi permetto solo un “warning” relativamente al pesce: ok anche qui conoscere le “stagionalità”, ma in questo caso il problema principale è quello dell’impoverimento dei mari, quindi l’appello in questo caso è quello di rivalutare il pescato (locale) meno conosciuto (e quando si pesca si tira su tutto insieme…) per non sprecare pescato commestibile ma non famoso come triglie o spigole; per alcune speci l’impoverimento dei mari è drammatico, e servirebbero probabilmente fermi un po più lunghi per non arrivare al rischio di estinzione (e forse la strada di allevamenti non intensivi ma sostenibili potrebbe essere valutata…).
Un abbraccio e buona missione spaziale da una che da piccola voleva fare l’astronauta 🙂