Archivio mensile: October 2014

Prodotti di stagione

I prodotti di stagione possono fare bene a noi stessi, ma anche all’ambiente. Come stimato dalla Coldiretti, il trasporto di prodotti non locali come i mirtilli dell’Argentina, le ciliegie del Cile o gli asparagi del Perù, può produrre una quantità elevata di anidride carbonica. In totale, una famiglia di medie dimensioni potrebbe addirittura risparmiare fino a una tonnellata di CO2ogni anno, semplicemente scegliendo di consumare frutta e verdura di stagione. Tra l’altro, da questo punto di vista, l’Italia ha anche il vantaggio di avere una varietà alimentare molto ampia. In generale, una modifica delle abitudini delle famiglie italiane potrebbe portare alla riduzione di ben 100 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

Anche Stefano Polato, il responsabile dello Space Food Lab di Argotec, è un grande sostenitore della stagionalità dei prodotti. Prima di tutto – ci spiega lo chef –sarebbe opportuno assumere un comportamento più corretto e responsabile nei confronti dell’ambiente, degli altri, di se stessi. Visto che i prodotti regionali non fanno molta strada, i prezzi sarebbero decisamente più bassi. Di conseguenza, prima di fare un acquisto, pensiamo sempre alla provenienza di quello che stiamo mettendo nel carrello e leggiamo bene le etichette. Spesso, infatti, anche gli alimenti più “insospettabili” arrivano sulle nostre tavole dopo aver percorso molti, certamente troppi, chilometri. In realtà, molto probabilmente avremmo potuto consumare un prodotto simile più vicino”.

Molte persone, infine, non sanno che anche il pesce ha una sua stagionalità: Per esempio – secondo Polato – in autunno-inverno è meglio mangiare delle belle triglie o un rombo chiodato. In primavera-estate, invece, il mio consiglio è quello di gustare una buona spigola o delle sarde. In generale, il pesce di stagione ha molto probabilmente il vantaggio di non essere allevato, evitando così tutte le problematiche collegate agli allevamenti. Allo stesso modo, anche frutta e verdura coltivati in serra presentano alcuni inconvenienti, tipicamente il poco gusto dovuto alla mancanza di luce solare. In linea di massima, gli alimenti di stagione ci fanno stare meglio, con un carico maggiore di vitamine, quindi vale assolutamente la pena di scegliere qualche prodotto tipico. Proprio come ha fatto Argotec con il bonus food di Samantha”.

Antonio Pilello

Per saperne di più:

https://www.argotec.it/argotec/index.php/spacefood/spacefood_futura

Dietro le quinte

16/10/2014

Una missione in assetto ideale

Anton Shkaplerov e Terry Virts: li avete riconosciuti? Sono i compagni di missione di Samantha Cristoforetti. Con lei, sono assegnati alla missione della Soyuz TMA-15M che, a fine novembre, li condurrà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Ora provate a immaginare di chiedere loro di progettare il patch per la missione Soyuz su cui stanno per imbarcarsi. Che cosa ne verrà fuori? Un suggerimento: Samantha, Anton e Terry non sono solo tre astronauti, ma anche tre piloti. Avete già un’idea? Ecco un altro suggerimento: hanno voluto puntare tutto sul concetto di equilibrio.

ASoyuz_TMA-15M_2014 questo punto, se siete appassionati di simulatori di volo, probabilmente avete intuito qualcosa. Ma se non lo siete, avete bisogno di un terzo indizio. Eccolo: è un po’ come se tre tennisti si fossero ispirati alla loro racchetta. Come se tre ciclisti avessero preso spunto dal manubrio. Chiaro? No? D’accordo, ve lo diciamo noi: avete presente quella specie di bussola sul cruscotto di un aereo che mostra l’assetto del veicolo durante il volo? Sì, quella che vi fa capire se state andando nella direzione giusta? Quello è uno degli strumenti più importanti per un pilota: si chiama indicatore di assetto, o orizzonte artificiale.

Ecco: Samantha, Anton e Terry si sono ispirati proprio a quello. Come per dirci: noi andiamo, ma serve equilibrio e tecnologia.

Grazie alla grafica magistrale di Riccardo Rossi, nel patch le linee orizzontali di riferimento dell’indicatore sono rappresentati dalla Soyuz stessa e dei suoi pannelli solari, mentre le scale angolari rappresentano gli angoli di beccheggio e rullio. La Soyuz ha un assetto che corrisponde a un angolo di rullio di 15° (15 è il numero di serie di questa Soyuz TMA) e a un angolo di beccheggio di 51° (51 corrisponde all’inclinazione dell’orbita rispetto all’equatore).

Ma non è finita qui. Come in un bestiario medioevale, ci sono altri infiniti rimandi e simboli. Per esempio, il Sole che sorge suggerisce la consapevolezza e il rinnovo, mentre le tre stelle più evidenti, vicino alle costellazioni dell’Auriga e di Cassiopeia, rappresentano la realizzazione del sogno dei tre astronauti: il volo spaziale. Come i loro sogni fossero divenuti stelle.

Infine il numero totale di stelle corrisponde alle ultime due cifre dell’anno di lancio (2014) e – se includiamo il Sole – alle ultime due cifre dell’anno di ritorno (2015).

Infine, un’ultima nota significativa. Osservate l’ombra della Soyuz. Non ha affatto la forma della capsula russa. Ha la forma di un aereo. In particolare combina elementi di un MiG-29 russo, di un F-16 USA e di un AMX italiano, a sottolinare il legame indissolubile tra aviazione e volo spaziale.

Stefano Sandrelli

Niente Panico

15/10/2014

Perché il cibo spazzatura è così irresistibile

Si apre un sacchetto di patatine per sgranocchiarne un po’ e senza rendersene conto non ne rimane nemmeno una briciola: è la classica situazione che si crea ogni volta che ci si trova davanti a del “cibo spazzatura” cioè a degli alimenti industriali elaborati ad hoc per essere percepiti come delle “droghe” a cui è difficile resistere.

Com’è possibile? Perché è quasi impossibile trattenersi davanti a pop-corn, salatini, caramelle e merendine?

Questi alimenti sono prodotti con miscele di ingredienti appositamente dosati per produrre la massima risposta di piacere. Il segreto è quindi il bliss point, o “punto di beatitudine”, cioè il giusto equilibrio tra zuccheri, grassi e sale che favorisce il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore collegato alle sensazioni di piacere e appagamento.

Si innesta così un circolo vizioso: una volta provato il piacere provocato dal consumo di cibi spazzatura è difficile farne a meno, per questo motivo si è portati consumarli più spesso e in maggior quantità anche perché la dopamina, purtroppo, non si accumula e si esaurisce velocemente. I cibi creati attorno al principio del bliss point, quindi, sono delle vere e proprie trappole per l’organismo e la salute.

Che fare, dunque? Essere consapevoli di questi meccanismi e di tutto ciò che è contenuto nei prodotti alimentari industriali per non lasciarsi ingannare e limitare così il consumo di cibi super elaborati e ricchi di zuccheri, grassi e sale. Si può cercare un piacere sano negli alimenti naturali, come frutta, verdura, cereali integrali e frutta secca, partendo dal presupposto che la vera soddisfazione deriva dalla consapevolezza di poter favorire il proprio benessere.

Dr. Filippo Ongaro

per saperne di più: https://www.filippo-ongaro.it/

 

Nutrizione e salute

14/10/2014

Skylab

Che cosa mangiavano gli astronauti prima del bonus food prodotto da Argotec? Dopo la fine delle missioni Apollo, negli anni Settanta la NASA ha concentrato i propri sforzi sul progetto Skylab, un laboratorio spaziale composto dal secondo stadio di un razzo vettore Saturn. Tra il 1973 e il 1974, questa piccola stazione ha ospitato tre equipaggi, per un totale di 171 giorni di volo. La tecnologia utilizzata per la conservazione degli alimenti è stata una delle più sofisticate mai utilizzate dalla NASA, anche se molto dispendiosa. Nel menu standard, infatti, per la prima volta sono stati inclusi anche prodotti alimentari congelati oppure refrigerati. Un altro aspetto importante è stato certamente l’utilizzo di una sorta di tavolo per il consumo del pasto. In generale, l’apporto calorico per ogni astronauta è stato molto più elevato rispetto al passato, probabilmente grazie ai progressi logistici, ma anche a causa dei numerosi studi sul metabolismo effettuati in quegli anni.

Il logo di Skylab

Il logo di Skylab

Lo Skylab poteva disporre di un grande volume interno, così fu possibile posizionare un tavolo con sopra diverse vaschette per gli alimenti. I vassoi, oltre a contenere il cibo, avevano anche la funzione di scaldavivande, sino a una temperatura di 66 °C. Per quanto riguarda il packaging, gli astronauti avevano a disposizione alcune lattine contenenti del cibo termostabilizzato, con un’apposita membrana protettiva per non far fuoriscire il contenuto al momento dell’apertura oppure con una valvolina per la reidratazione. Invece dei classici sacchetti, per bere venivano usate delle bottigliette comprimibili ed espandibili come una fisarmonica. Mangiare sullo Skylab era un’attività piuttosto facile: coltello, forchetta, cucchiaio e forbici erano tenuti attaccati al vassoio tramite un magnete. Il menù era piuttosto ampio, con 72 portate, vista anche la grande possibilità di stoccaggio. Infine, c’era anche un frigorifero per poter conservare gelato reidratabile, frutta e bevande.

Ancora ben lontano dalla qualità del bonus food fornito da Argotec, il cibo dello Skylab era migliore rispetto a quello Apollo, ma ancora abbastanza insoddisfacente e poco gustoso. Un menu sullo Skylab poteva essere composto da tacchino al sugo, purè di patate, pesche, biscotti e caffè. Una speciale pistola ad acqua permetteva di reidratare il contenuto dei sacchetti sino a ottenere la giusta consistenza. I costi furono più contenuti rispetto al passato: 75 $ (dell’epoca) al giorno per ogni astronauta rispetto ai 142-190 $ per gli equipaggi Apollo e i 300 $ per quelli Gemini.

Per saperne di più sullo space food: https://www.argotec.it/argotec/index.php/spacefood

Storia del cibo spaziale

09/10/2014

Fiamme spaziali

Mia figlia Lucia, 12 anni, mi chiede come si comporta una fiamma nell’astronave, dove c’e’ ossigeno ma non c’e’ gravita’. La domanda e’ questa: cosa succede se accendo un fiammifero? cosa succede se accendo una fiamma con un accendino? Io non lo so.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro. Guido Lacchini

Nello spazio anche le cose piu’ naturali diventano diverse e nuove, fiamme comprese! Ed ecco una breve risposta, di Stefano Sandrelli, all’interessante domanda di Lucia:

Microgravity_flameQuando si accende una candela, per esempio, la fiamma si allunga verso l’alto perché viene “allungata” dalle correnti di aria calda che formano e che risalgono verso l’alto.  Le correnti si formano infatti come conseguenza del principio di Archimede. Quando una bolla di aria calda si forma, si espande e in questo modo sposta un volume di aria fredda, che ha un peso maggiore di quello della bolla. Ne risulta una spinta verso l’alto che porta la bolla a spostarsi. Poiche’ il microgravità il peso dei corpi viene annullato, anche la spinta subita dall’aria calda verso l’alto viene annullata. Dunque non ci sono quelle correnti che danno alla fiamma terrestre la sua tipica forma. Di fatto le fiamme, in orbita, tendono a essere sferiche.

Per saperne di piu’:

[youtube BxxqCLxxY3M nolink]

https://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/science/mg/nm21453009.htm

 

Domande dalla Terra | la comunita' intergalattica

08/10/2014

Il poster fantascientifico della Expedition 42

Non è un segreto che questo sito, Avamposto 42, debba il suo nome al numero della Expedition, la 42 appunto, di cui il Cap. Samantha Cristoforetti, astronauta ESA di nazionalità italiana impegnata nella Missione Futura dell’ASI e Pilota dell’Aeronautica Militare, fa parte. Come non è un segreto che Samantha Cristoforetti abbia voluto giocare sul numero 42, attingendo a piene mani dalla Guida Galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams, libro-cult della fantascienza ironica fin dalla sua prima uscita, ormai 35 anni fa. Ma questa volta i sei astronauti e cosmonauti della Expedition 42 hanno fatto ancora di più: si sono si trasformati in alcuni dei personaggi che animano le storie del ciclo della Guida nella realizzazione del poster per il programma Space Flight Awareness dalla NASA. Poster su cui campeggia il motto “Don’t panic” – niente panico. Non a caso, il titolo di questa sezione di Avamposto 42. Ve li presentiamo, personaggi e astronauti/cosmonauti, da sinistra a destra:

• Zaphod Beeblebrox è impersonato da Terry Virts e Anton Shkaplerov (servono due cosmonauti, visto che ha due teste); • Humma Kavula è Aleksander Samokutyayev • Arthur Dent, ovvero Barry “Butch” Wilmore • Ford Prefect: Elena Serova • Trillian, la nostra Samantha Cristoforetti • Guest star: Marvin, il robot paranoide, interpretato dal Robonaut

E dato che non tutti hanno letto la “Guida Galattica”, una mancanza davvero disdicevole, che in certi circoli del Sistema planetario di Beta Pictoris viene punita con la lettura obbligata dell’opera Omnia di ARGStramph, il peggiore dei poeti Vogon, ecco alcuni spunti per assaporare almeno il senso dei personaggi interpretati dagli astronauti di Expedition 42. Zaphod Beeblebrox è uno dei grandi protagonisti della Guida. Ha due teste, raramente pensanti, certamente squilibrate, e almeno tre braccia. Edonista, irresponsabile, insensibile e tuttavia carismatico, è stato Presidente della Galassia e, soprattutto, ha inventato il Gotto Esplosivo Pangalattico, la miglior bevanda alcolica dell’Universo. Humma Kavula è ora un missionario che predica l’Avvento del Grande Fazzoletto Bianco, ma in passato è stato un pirata dello spazio. I suoi occhiali nascondono l’assenza degli occhi dovuta a una ferita. È stato avversario di Zaphod nella corsa per l’elezione di Presidente della Galassia, con lo slogan “Non votate quello stupido!” Ha perso e non l’ha presa benissimo. Arthur Dent è un terrestre spaesato, nel senso più letterale del termine: la sua casa viene distrutta dalle ruspe per fare spazio a una nuova strada. Per una strana e certamente significativa coincidenza, quello stesso giorno la Terra viene distrutta da una flotta di navi extraterrestri, per costruire una nuovissima autostrada. Arthur viene salvato da Ford Perfect innumerevoli volte. Ford Perfect non è un tranquillo ragazzo di Guilfod ma proviene da un piccolo pianeta dalle parti di Betelgeuse ed e’ arrivato sulla Terra per aggiornare la voce relative al nostro pianeta per la Guida Galattica. Dopo anni di vita terrestre, il suo contributo alla Guida recita: “Terra: praticamente innocua”. Grande amico di Arthur Dent, lo guida nelle sue esilaranti avventure nell’Universo. Trillian, e’ descritta come “bruna, magra, umanoide, con lunghi capelli neri ondulati, labbra piene, uno strano naso a patata e occhi assurdamente castani”. Insieme a Arthur è l’unica terrestre sopravvissuta alla demolizione, ed è una brillante matematica e astrofisica. Arthur Dent ha provato un’intera sera ad abbordarla a un party a Islington. Purtroppo al party era presente – sotto mentite spoglie – anche Zaphod, con il quale Trillian era finita per uscire. Salverà l’Universo dai terribili Krikketers. Marvin: è un robot di straordinarie capacità mentali ma di scarsissima tenuta psicologica. Di fatto è inconsolabilmente depresso e la sua compagnia ha veramente dell’insopportabile.

E infine una nota specifica sull’arma tenuta in mano da Samantha – Trillian: si tratta di un Fucile a Punto di Vista. Quando viene azionato contro qualcuno, quest’ultimo inizia a vedere le cose dal punto di vista di chi ha premuto il grilletto. È stato inventato per rispondere a una precisa richiesta del Consorzio delle Mogli Arrabbiate, che erano definitivamente stufe di terminare i litigi con i propri mariti con la frase : “non capisci proprio, vero?”.

Stefano Sandrelli

Per saperne di più’ potete guardare la raccolta di poster della NASA dedicati alle citazioni nei poster delle missioni:

https://www.nasa.gov/directorates/heo/sfa/products.html

Niente Panico

06/10/2014