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“Okay, Houston, we’ve had a problem here”. La missione Apollo 13 avrebbe dovuto essere la terza missione della NASA a portare alcuni astronauti sulla Luna. Tuttavia, un guasto impedì il previsto allunaggio, rendendo molto complicato e pericoloso il loro rientro sulla Terra. Questa vicenda è stata raccontata molto bene nel film del 1995 diretto da Ron Howard. Il programma Apollo, che utilizzò la navicella spaziale omonima e il razzo vettore Saturn, si svolse tra il 1961 e il 1975. Il momento più importante fu certamente il 20 luglio 1969, quando gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin dell’Apollo 11 sbarcarono sul nostro satellite naturale. Nel corso di quegli anni, pur essendo ancora molto distanti dai menu ad hoc preparati da Argotec, ci furono parecchie novità anche per quanto riguarda i sistemi alimentari presenti a bordo.

aldrin footprint

L’impronta dell’astronauta NASA Buzz Aldrin durante la sua discesa sulla Luna il 20 Luglio 1969, all’interno della missione Apollo11.

Durante i programmi spaziali precedenti, Mercury e Gemini, il consumo di cibo degli equipaggi era spesso inadeguato. Tuttavia, con il passare del tempo, la qualità e la varietà dello space food iniziò ad aumentare. Gli astronauti delle missioni Apollo, per esempio, furono i primi a poter utilizzare l’acqua calda, che rese possibile la reidratazione degli alimenti e migliorò allo stesso tempo il gusto del cibo, rendendolo più appetibile. Gli equipaggi diretti verso la Luna furono anche i primi a utilizzare lo “spoon bowl”, cioè un contenitore di plastica che può essere aperto e il cui contenuto può essere mangiato con un cucchiaio. La NASA utilizzò in quel periodo anche alcuni alimenti termostabilizzati o irradiati, tecniche di conservazione che al tempo erano solo agli inizi dello sviluppo. La loro versione moderna viene oggi utilizzata all’interno dello Space Food Lab di Argotec.

Per quanto riguarda l’Apollo 11, i primi “pasti lunari” furono preparati in modo da essere gustosi, nutrienti e variegati. Armstrong e Aldrin ne ebbero a disposizione due durante la loro permanenza sul nostro satellite. Il primo era composto da alcuni quadratini di pancetta, pesche, cubetti di biscotto zuccherato, succo di frutta all’ananas e al pompelmo oltre che caffè. Con il secondo era invece possibile gustare stufato di manzo, crema di zuppa di pollo, torta di frutta e succo d’arancia. In questi menu furono inclusi anche alcuni snack, in particolare frutta secca e caramelle, insieme ad altre bevande supplementari.

A differenza delle altre missioni, i nutrizionisti programmarono i menu dell’Apollo 11 solo per i primi cinque giorni di volo. Agli astronauti fu messa a disposizione una sorta di dispensa da cui scegliere le pietanze in base ai propri gusti e necessità. Tra queste erano presenti alcuni dessert reidratabili come il budino alla banana, alle mele o al cioccolato. Oppure prodotti per la colazione come pesche, macedonia di frutta, pancetta, corn flakes, cubetti di fragola o albicocca. Senza dimenticare vari tipi di insalate, carni e persino un cocktail di gamberi.

Per saperne di più:

https://www.argotec.it/argotec/index.php/spacefood/spacefood

Storia del cibo spaziale

28/08/2014