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L+149: Capire come ingannare le ossa per migliorarne l’efficienza

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 22/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione da 149 (21 aprile 2015)—Ieri un’altra giornata di scienza qui nell’avamposto dell’umanità nello spazio!

Innanzitutto, sarete lieti di sapere che i BRIC di cui vi ho parlato nell’ultima nota del diario si stanno felicemente raffreddando a -98° Celsius in uno dei nostri congelatori MELFI: dopo che ho attivato l’esperimento lunedì, le colture batteriche sono rimaste a temperatura ambiente per circa 24 ore e poi è arrivato il momento di conservarle al freddo, dove staranno fino a quando potranno essere riportate sulla Terra.

Ieri ho anche eseguito la terza e ultima sessione dell’esperimento Osteo-4, arrivato con Dragon la settimana scorsa. È un gruppo di tre vassoi, ciascuno dei quali comprende tre bioreattori con una coltura di cellule ossee di topo. L’obiettivo è studiare il meccanismo di meccano-trasduzione, che sostanzialmente significa che il tessuto osseo “percepisce” le forze meccaniche e risponde con un particolare comportamento. Questo è probabilmente il motivo per cui perdiamo massa nello spazio: in assenza di peso non c’è molto carico sul nostro scheletro, quindi la risposta del corpo è di ridurre la massa ossea. Se solo potessimo convincere il nostro corpo che torneremo sulla Terra entro pochi mesi e tutta quella massa ossea tornerà utile! Per cercare di mandare quel messaggio sottoponiamo le ossa a una sollecitazione meccanica allenandoci ogni giorno su una macchina, ARED, che simula il sollevamento pesi.

Samantha Cristoforetti lavora all'esperimento Osteo-4 in una scatola a guanti. Credit: ESA/NASA

A ogni modo, tornando al nostro esperimento, il punto è studiare l’espressione genica negli osteociti in microgravità: questo perché gli osteociti, che sono le cellule più comuni nelle nostre ossa, sono i sensori meccanici dell’osso; sono responsabili di percepire i carichi meccanici e indurre le opportune risposte biologiche. Come funzioni questo meccanismo, tuttavia, è ancora un po’ un mistero. Qui entra in gioco Osteo-4!

Quanto al mio contributo, il mio lavoro è consistivo nel rimuovere i bioreattori dai vassoi su cui sono installati, riconfigurare i condotti per chiudere tutti i circuiti e poi conservare al freddo i bioreattori. Ciò che lo ha reso più scomodo di quanto potrebbe essere è che, come potete vedere nella foto, ho dovuto lavorare nella scatola a guanti usa e getta… la mia vecchia amica dell’esperimento sui moscerini della frutta, ricordate?

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS

23/04/2015

L+148: Nuovi affascinanti esperimenti: BRICS 21 e Synthetic Muscle

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 20/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione da 148 (20 aprile 2015)—Un’intensa giornata di scienza e logistica per iniziare la mia settimana.

Lo scaricamento di Dragon continua, ieri ho avuto nel mio programma un’ora di operazioni di trasferimento. Guardando Dragon potreste pensare che abbiamo già fatto molti progressi nel disimballaggio, ma in realtà abbiamo barato un po’. Molte borse sono state prelevate e stivate temporaneamente sulla ISS, in modo che potessimo accedere a un’altra parte del carico con il materiale scientifico urgente. Ma naturalmente, non si disimballeranno da sole… e alcune sono enormi, credetemi. Le chiamiamo borse MO e potrei stare confortevolmente all’interno di quella più piccola!

Oggi mi sono occupata anche di un tipo particolare di carico, i frigoriferi Polar. Devono essere trasferiti alla ISS ma, visto che vengono alimentati elettricamente all’interno di Dragon e contengono scorte refrigerate, devono essere spostati e reinstallati rapidamente, per minimizzare il periodo in cui rimangono senza alimentazione.

Oggi ho avuto anche due attività scientifiche per gli esperimenti BRIC 21 e Synthetic Muscle [muscolo sintetico—N.d.T.]. BRIC sta per Biological Research in Canisters [ricerca biologica in contenitori—N.d.T.]: nella foto potete vedere una delle unità BRIC.

Questa specifica sessione studia i microbi e come si adattano all’ambiente spaziale, con particolare attenzione allo sviluppo della resistenza agli antibiotici. Avete probabilmente sentito che questa è una particolare fonte di preoccupazione in ambito sanitario di questi tempi, e abbiamo veramente bisogno di capire meglio come gli agenti patogeni diventino resistenti agli antibiotici.

Fare ricerca con gli agenti patogeni sulla ISS comporta alcune complicazioni, perché bisogna fornire alle colture microbiche un terreno di coltura in cui crescere: se l’equipaggio deve farlo manualmente, come è spesso il caso, l’operazione deve avvenire nella scatola a guanti per assicurare il contenimento dei microorganismi pericolosi. Qui è dove torna utile BRIC: usando un attrezzo specializzato, come potete vedere nella foto, gli astronauti possono spingere un pistone e iniettare i terreni di coltura necessari senza mai violare i tre livelli di contenimento richiesti dagli standard di sicurezza della ISS. È molto veloce ed efficiente!

Ma scommetto che volete sapere di Synthetic Muscle… beh, in pratica Dragon ci ha portato alcuni campioni di un materiale speciale che potrebbe essere utilizzato per riprodurre il tessuto muscolare. È un polimero elettroattivo: potete farlo contrarre ed espandere applicando delle correnti elettriche differenti. A me ricorda certamente molto il muscolo, non è così?

Le applicazioni sulla Terra sono nel campo delle protesi, naturalmente, ma stiamo anche verificando come questo materiale reagisca quando è esposto alla radiazione cosmica e solare quassù, perché potrebbe forse essere impiegato nei robot per incrementarne la mobilità. Straordinario, vero?

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

21/04/2015

L+145-L+147: Arrivato Dragon possiamo iniziare gli esperimenti Cytospace e NATO

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 19/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione da 145 a 147 (17–19 aprile 2015)—Beh, la grande notizia degli ultimi giorni è naturalmente che è arrivato Dragon! È sempre molto particolare guardare un veicolo avvicinarsi alla Stazione.

Per quanto sia grande la ISS, questo avamposto umano nello spazio è solo un minuscolo granello di metallo nella vastità dell’Orbita Terrestre Bassa: eppure venerdì mattina, mentre Terry e io monitoravamo dalla Cupola, una nave cargo dalla Terra ci ha trovati ed è venuta a bussarci alla porta.

Mi è piaciuto guardare Dragon diventare sempre più grande, mentre i continenti e gli oceani passavano al di sotto, ma ho anche cercato coscientemente di mantenermi distaccata dal romanticismo di tutto questo per rimanere concentrata sul compito principale che mi attendeva: manovrare il braccio robotico per catturare Dragon.

È qualcosa che ho provato centinaia di volte nel simulatore, principalmente con il veicolo virtuale in movimento davanti a noi molto più di quanto faccia un Dragon reale, ma farlo davvero è naturalmente piuttosto diverso: diciamo che è una di quelle situazioni in cui non ci vuole molto per diventare molto famosi per le ragioni completamente sbagliate!

Fortunatamente tutto è andato bene e, dopo la cattura, il team di terra ha assunto il controllo del braccio per ormeggiare lentamente Dragon alla posizione nadir del Nodo 2—ora è sostanzialmente una stanza in più proprio all’esterno dei nostri alloggi per l’equipaggio. Venerdì ho eseguito il controllo di tenuta del vestibolo. Come potreste ricordare, il vestibolo è quello spazio fra il veicolo ormeggiato e la ISS, un piccolo corridoio che si forma quando i due ambienti vengono uniti. Prima di aprire il portello della ISS dobbiamo assicurarci che il vestibolo non abbia una perdita, quindi pressurizziamo un po’, a circa 260 mmHg, e poi verifichiamo ancora la pressione dopo un certo intervallo di tempo. Il vestibolo ha superato il controllo di tenuta, poi Scott e io abbiamo aperto il portello della ISS e lavorato un paio d’ore a preparare il vestibolo, principalmente rimuovendo i componenti che non sono necessari mentre Dragon rimane ormeggiato e, trovandosi in mezzo, impediscono di… aprire il portello di Dragon!

Ieri mattina Scott e Terry hanno aperto il portello di Dragon e quello è stato l’inizio di un weekend di intenso lavoro, portando fuori il materiale urgente e iniziando le attività scientifiche, molte delle quali richiedono tempi molto stretti a causa del degrado dei campioni al passare del tempo.

Appena le grandi borse sono state tirate fuori dal volume centrale di Dragon, il mio compito è stato recuperare una nuova Kubik, la centrifuga-incubatrice autonoma di cui ho parlato nell’ultima nota del diario, e prepararla e configurarla a supportare due esperimenti di biologia cellulare, Cytospace e NATO, entrambi iniziati ieri pomeriggio e che continueranno autonomamente per alcuni giorni, quando arriverà il momento di estrarre i contenitori degli esperimenti dalla Kubik e metterli nel freezer, in attesa del ritorno a terra per l’analisi.

Cytospace, come suggerisce il nome, si occupa del citoscheletro cellulare, le strutture all’interno della cellula che le danno la forma. Come influisce la microgravità sulla forma della cellula? E, cosa più importante, come influenzano l’espressione genica i cambiamenti nella forma della cellula? Sembra un concetto complicato, ma alla fine significa semplicemente che la forma della cellula, che viene modificata dalla microgravità, influenza verosimilmente il modo in cui la cellula fa il suo lavoro. E siamo veramente interessati a capirlo meglio perché… beh, siamo fatti di cellule e ciò che accade nelle cellule determina cosa accade nei nostri corpi nel loro insieme. E viceversa, ciò che osserviamo in interi sistemi dei nostri corpi, per esempio in termini di perdita ossea o indebolimento del sistema immunitario, può essere spiegato dai cambiamenti al livello della cellula.

La prossima volta vi parlerò di NATO!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. 

20/04/2015

L+141-L+144: C’è sempre un piano alternativo

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 16/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione da 141 a 144 (13–16 aprile 2015)—Beh, come potreste avere sentito, l’arrivo di Dragon è stato posticipato di alcuni giorni. Se il lancio fosse avvenuto lunedì, ora sarebbe ormeggiato al Nodo 2 e avremmo già aperto il portello e iniziato a portare fuori il materiale urgente.

Ma hei, nel settore spaziale la flessibilità è fondamentale! Il lancio è scivolato di un giorno, posticipando l’arrivo sulla ISS di due giorni… eccovi la meccanica orbitale e gli angoli di fase.

Ma se pensate che abbiamo avuto due giorni liberi aspettando che Dragon bussasse alla nostra porta, temo che non conosciate le persone che gestiscono le operazioni della ISS: hanno sempre un piano in caso di slittamento! Viene rinviato un lancio? Voilà, si scarta il vecchio piano, si prende un nuovo piano. Pronti? Via! Sì, ogni volta che le cose dipendono fortemente da un evento inerentemente incerto come il lancio di un razzo, i dirigenti di missione, i direttori di volo e i pianificatori preparano sempre due piani completi: questo richiede molto lavoro extra a terra, ma assicura che non venga sprecato nessun momento del prezioso tempo dell’equipaggio.

In questo caso avevano in serbo dei piani piuttosto grossi nel caso di uno slittamento del lancio. Martedì ho già quasi avuto quella sensazione: quando vi danno un’ora intera per studiare una procedura che eseguirete il giorno successivo e poi vi danno un’altra ora per raccogliere le attrezzature che vi serviranno per quella procedura, e vi dicono di non preoccuparvi di tirare fuori gli attrezzi dalla cassetta ma di prendere invece tutto il cassetto… quando accade tutto questo iniziate a pensare che vi sporcherete le mani per qualche lavoro grosso. Cosa che adoro!

Samantha Cristoforetti con un cassetto di attrezzi lavora alla riconfigurazione dei condotti di ventilazione del Nodo 3. Credit: ESA/NASA

Mentre Terry e Scott erano impegnati nella loro grossa attività con le tute per le EVA, ho passato la giornata nel Nodo 3 a riconfigurare i condotti di ventilazione fra i moduli in preparazione allo spostamento del modulo PMM più avanti quest’anno, dalla posizione nadir del Nodo 1 a quella anteriore del Nodo 3. Sostanzialmente, ci serve un modo di portare la ventilazione al PMM nella sua posizione futura. Non avrei mai pensato che fosse possibile fare entrare così tante borse piene di equipaggiamento nel Nodo 3, nello spazio piuttosto ristretto fra ARED e la cabina della toilette, ma in qualche modo è stato così. E alle 2 del mattino ora di Houston gli specialisti a terra erano pronti a dare assistenza, con un modello a terra dell’equipaggiamento per riprodurre eventuali difficoltà nel caso avessimo incontrato dei problemi. Fortunatamente, a eccezione di un paio di fermi bloccati, tutto è andato liscio: complimenti al team per avere avuto pronta una procedura così buona e facile da seguire!

Lo slittamento dell’arrivo di Dragon ha anche ritagliato un po’ di tempo per lavorare con l’European Modular Cultivation System [sistema europeo modulare di coltivazione—N.d.T.] di Columbus. Ho disinstallato un certo numero di moduli chiamati Rotor Based Life Support Systems [sistemi di supporto vitale a rotori—N.d.T.]—delle scatole autocontenute che vengono collegate ai rotori di questo dispositivo. Riceveranno un passaggio verso la Terra su Dragon e saranno revisionate e lanciate ancora in futuro in supporto a nuovi esperimenti sulle piante.

Ah, ho anche lavorato un po’ su una Kubik, la centrifuga/incubatrice autonoma che a volte utilizziamo in Columbus per esperimenti sulle colture cellulari. Ho completato l’esperimento Stem Cells Differentiation [differenziazione delle cellule staminali—N.d.T.] conservando al freddo i contenitori dell’esperimento e trasmettendo a terra i dati di Kubik. Come suggerisce il nome, questo esperimento studia le cellule staminali mesenchimali umane, che possono differenziarsi in diversi tipi di cellule per sintetizzare l’osso, il grasso, la cartilagine, i muscoli e i tendini. Ora, se siete una cellula staminale e avete tutta questa scelta, come fate a sapere in cosa dovete differenziarvi? Cosa sarete quando “diventerete grandi”? Dipende da che tipo di segnali ricevete dalle cosiddette molecole di segnalazione. La Vitamina D è una di quelle molecole di segnalazione e sappiamo in particolare che è coinvolta nel dire alle cellule staminali di diventare cellule ossee. La perdita di osso è un problema importante in microgravità, come sapete, e quindi questo esperimento osserva l’efficacia della segnalazione della Vitamina D confrontando la differenziazione delle cellule staminali in presenza o assenza di Vitamina D. Piuttosto affascinante, eh?

Fra l’altro, non so quanta luce solare riceviate dove vivete (qui non ce ne arriva molta), ma se non l’avete già fatto e vi capita l’opportunità, al vostro prossimo prelievo di sangue non sarebbe male controllare i vostri livelli di Vitamina D!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

17/04/2015

L+134, L+135: Ai comandi per la cattura del prossimo Dragon

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 07/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 134 e 135 (6–7 aprile 2015)—Mancano meno di un paio di settimane all’arrivo del veicolo di rifornimento Dragon ed è incredibile vedere la Stazione prepararsi.

Vorrei poter dire che ho un’idea complessiva della situazione, ma questa è una prerogativa di persone molto più intelligenti di me che si trovano nei centri di controllo e mandano avanti le cose. Quassù, cerchiamo solo di fare del nostro meglio per svolgere i nostri compiti quotidiani, ma questi sono naturalmente tutti pezzi di un puzzle che diventerà una missione completa di un veicolo in visita, dalla cattura al rilascio, con una significativa porzione di lavoro scientifico da eseguire mentre Dragon è ormeggiato alla ISS.

Ieri ho installato del nuovo software su diversi laptop, in modo che siano pronti a supportare il nuovo lavoro scientifico. Oggi ho passato due ore a raccogliere in un’unica borsa da tutta la Stazione l’intero equipaggiamento necessario per uno specifico esperimento, in modo che sia tutto già disponibile quando quelle operazioni avranno inizio fra alcune settimane. E naturalmente Terry e io continuiamo a prepararci alla cattura di Dragon.

Oggi è stata la volta della nostra esercitazione alla “cattura fuori asse”, una sessione di due ore in cui abbiamo potuto fare pratica con la manovra del vero braccio, invece del simulatore. Ho parlato delle “prese fuori asse” nella mia nota L+20, L+21 del diario: andatela a vedere, nel caso ve la siate persa!

Un'esercitazione di cattura con il braccio robotico. Credit: ESA/NASA

Quando è arrivato l’ultimo Dragon, Butch ha effettuato la cattura vera e propria. Questa volta sarò l’operatore robotico principale, quindi mi troverò ai comandi del braccio, mentre Terry sarà responsabile delle comunicazioni con la terra, di seguire le procedure, e delle cue cards [schedine riassuntive—N.d.T.] dei malfunzionamenti (queste ultime non saranno auspicabilmente necessarie).

E a proposito di malfunzionamenti, nella nostra ultima “quasi presa” di oggi abbiamo provato la risposta a un “evento di messa in sicurezza” verificatosi mentre l’attuatore all’estremità del braccio è già sopra il perno, quindi molto vicini a premere il grilletto per la cattura, o perfino poco dopo. Il braccio passerà automaticamente a una modalità di messa in sicurezza in seguito al malfunzionamento, rendendo impossibile controllare gli snodi, l’attuatore all’estremità o l’intero braccio.

Fortunatamente, si tratta in realtà di “due bracci in uno”: certo, c’è un solo gruppo di travi e snodi, ma per il resto c’è piena ridondanza su tutti i componenti che permettono al braccio di funzionare. Per servirsi di quella ridondanza e completare la cattura con il circuito di riserva dovremmo spostarci dalla Cupola al Laboratorio [Destiny—N.d.T.], dove abbiamo una seconda postazione di lavoro robotica. Il giorno della cattura, la seconda postazione di lavoro si trova in una modalità di “riserva attiva”, in cui cioè basta letteralmente la pressione di un bottone per farla diventare quella principale e metterla al controllo del braccio. Non vi piacerebbe avere quel tipo di ridondanza nella vostra auto quando si accende quella spia rossa?

Ah, ieri ho anche passato un po’ di tempo per la mia valutazione periodica della forma fisica. La facciamo sulla nostra cyclette, CEVIS, una volta al mese seguendo uno apposito protocollo, mentre viene registrato il nostro elettrocardiogramma e misurata la pressione sanguigna ogni cinque minuti. Basandosi su questi dati, gli specialisti a terra possono stimare il nostro VO2max, che è una misura dello stato di salute cardiovascolare usata comunemente. Il tipico andamento osservato nelle missioni di 6 mesi è una significativa, rapida diminuzione del VO2max all’inizio, e poi un lento recupero attraverso gli allenamenti quotidiani sulla cyclette e il tapis roulant. E quanto più si avvicina il ritorno sulla Terra, tanto più è essenziale fare esercizio, per essere di nuovo pronti alla forza di gravità.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

08/04/2015

L+133: Non solo glamour e adrenalina

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 05/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 133 (5 aprile 2015)—Una tranquilla domenica di Pasqua qui sulla ISS, non è segnato alcun lavoro nel mio programma, anche se ho fatto un po’ del lavoro nella “task list” [lista dei compiti—N.d.T.]. Oh, non credo di avervi mai parlato della task list, è ora di rimediare!

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La task list è un repertorio di attività che sono state preparate da terra, ma che non hanno una priorità sufficientemente alta da essere inserite nella normale pianificazione. Se vogliamo fare un po’ di lavoro nel nostro tempo libero, o se si libera del tempo perché qualche attività può essere completata più velocemente di quanto previsto, o perché un’attività pianificata è stata interrotta, possiamo consultare la task list e trovare qualcosa di utile da fare.

Alcuni sono grossi compiti di diverse ore, altri piccole faccende, come sostituire le batterie o il rivestimento di un laptop, o riconfigurare le cose stivate in preparazione a un’attività imminente. Caricare e scaricare un veicolo cargo è spesso anche nella lista dei compiti, nel caso vogliamo portarci avanti nel nostro tempo libero.

E visto che imballare in ritardo non è davvero un’opzione, iniziamo sempre in anticipo: ben prima che arrivi un veicolo gli specialisti di stivaggio a terra mandano su una lista di cose da raccogliere prima dell’imballaggio, così possiamo iniziare a preparare le borse da riportate. Nella foto potete vedere il cono all’estremità del Nodo 2 con tutte le borse che abbiamo già iniziato a riempire per Dragon. Confrontatelo con come appariva circa un mese fa per la foto di gruppo dell’equipaggio della Spedizione 42!

Registrare videomessaggi o video didattici per scopi di divulgazione è anche normalmente nella lista dei compiti, così come un paio di procedure elencate in permanenza: sostituire i contenitori dei rifiuti solidi e dell’urina nella nostra toilette spaziale. Dopo il primo paio di volte non vi serve davvero una procedura, ma un’attività ha anche una nota di stivaggio allegata, che in questo caso dice quali nuovi contenitori prendere, dove trovarli e dove conservare quelli rimossi.

Come sapete, si tiene traccia di ogni oggetto sulla Stazione Spaziale: attraverso il numero di codice, il codice a barre, il numero di serie… o tutti e tre!

Qualche volta alcune cose vanno comunque perse, sfortunatamente. Siamo tutti umani e dunque soggetti a commettere errori: se qualcosa finisce nel posto sbagliato (nel mondo reale o nel sistema di inventario), chissà quando verrà trovata! Inoltre, nel tempo si accumulano delle cose che avrebbero dovuto in realtà essere smaltite molto prima. Come nelle case della maggior parte della gente, non possiamo permetterci di accumulare cose non più necessarie, perché abbiamo bisogno di spazio per nuove attrezzature che servono per il programma scientifico.

Il laboratorio europeo Columbus, dopo essere rimasto in orbita per ormai 7 anni, le ha viste un po’ tutte. Quando sono arrivata a novembre c’erano diverse borse di stivaggio sulle pareti dei rack: così tanta scienza in corso, così poco spazio per conservare l’equipaggiamento! Fortunatamente ATV-5 e SpX-5 hanno portato via alcune borse non più usate e un po’ di ottimizzazione del volume disponibile nel cono all’estremità ha liberato un bel po’ la cabina.

Per ottimizzare ancora di più, nei week end sto facendo delle ispezioni fotografiche del nostro rack di stivaggio principale di Columbus, il rack 4 del Ponte. Il team di stivaggio a COL-CC, i COSMO, vuole avere una visione completa di cosa ci sia in quegli armadietti, in modo da elaborare un piano di consolidamento che auspicabilmente ci aiuterà a recuperare un po’ di spazio! Qundi sto scattando delle foto… con pazienza, armadietto per armadietto, borsa per borsa, oggetto per oggetto, mostrando per bene tutti i codici a barre e i numeri di serie.

E voi pensavate che essere astronauta fosse solo glamour e adrenalina, vero?

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

08/04/2015

L+131, L+132: In microgravità per studiare gli effetti della gravità

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 131 e 132 (3–4 aprile 2015)—Ieri è stata una giornata relativamente facile, cosa sempre gradita alla fine della settimana. Non che non avessi un programma pieno—abbiamo sempre delle attività dalla nostra Daily Planning Conference del mattino, o DPC [riunione di pianificazione giornaliera—N.d.T.] (intorno alle 7:30 del mattino) alla DPC serale (verso le 19:30). Tuttavia, i compiti possono essere più o meno complessi e più o meno di “routine”. Condurre un nuovo esperimento che non è mai stato eseguito prima, che richiede una preparazione complessa, molta coordinazione con la terra o operazioni delicate, è naturalmente molto più impegnativo che eseguire compiti che ho già fatto e che posso svolgere autonomamente—diciamo prelevare campioni d’acqua o rimuovere/installare degli armadi nei nostri rack Express (rack modulari che possono servire per una varietà di operazioni scientifiche e vengono continuamente riconfigurati a seconda delle operazioni correnti e future). I compiti semplici o di routine che non richiedono molta assistenza dai centri di controllo sono generalmente inseriti nel nostro programma come “attività rosa”—il testo è rosa nel nostro visualizzatore della pianificazione, indicando che le si può fare quando si vuole, purché vengano completate entro la fine della giornata. Per le attività non rosa, al contrario, ci si aspetta che vengano eseguite più o meno al momento previsto. Alcuni compiti sono anche “con un riquadro blu”—uno spesso bordo blu intorno all’attività sul visualizzatore indica che l’orario deve essere strettamente rispettato. Le tipiche attività con un riquadro blu sono le interviste in diretta con i media o le chiamate pubbliche con i VIP, che richiedono una complessa preparazione a terra per fornire il collegamento audio e video con l’interlocutore all’altro estremo per l’orario assegnato. La maggior parte degli esperimenti non hanno un riquadro blu, ma non sono nemmeno rosa. Il motivo è che molto spesso gli specialisti che hanno molta familiarità con le operazioni dell’esperimento, e a volte lo stesso ricercatore responsabile, sono disponibili sul canale space-to-ground [dallo spazio a terra—N.d.T.] per l’eventuale assistenza o diagnosi in tempo reale che possa essere richiesta. In molti casi, non c’è una seconda opportunità di fare bene un esperimento (almeno non fino a quando non vi facciate mandare sù dei nuovi campioni o equipaggiamenti), quindi è importante avere la massima assistenza disponibile nel caso si verifichino dei problemi. A proposito di scienza, oggi ho lavorato un po’ all’esperimento della JAXA ANISO Tubule. Ho eseguito diverse sessioni di questo esperimento, ciascuna che consiste (dal mio punto di vista) in una sequenza di attività distribuite nell’arco di diversi giorni. Samantha Cristoforetti lavora all'esperimento Aniso Tubule. Credit: ESA/NASA Diciamo che oggi è il giorno 1: prelevate uno nuovo contenitore di campioni, come quello nelle foto, e con una siringa iniettate lentamente 1,5 ml di acqua. Poi mettete il contenitore nel MELFI per 96 ore a +2°C! Questo simula l’inverno e favorisce la buona germinazione dei semi di Arabidopsis. In seguito si porta il contenitore a temperatura ambiente per circa 4 altri giorni (è arrivata la primavera!) e infine, dopo avere aggiunto dell’altra acqua, iniziano due giorni di osservazione nel microscopio a fluorescenza, con gli scienziati a terra che studiano direttamente le immagini in diretta dalla ISS. Sappiamo da molto tempo che le piante crescono diversamente in assenza di peso. Visto che quassù non “sentono” la gravità, tendono a sviluppare degli steli più sottili e più lunghi. In effetti, gli scienziati di ANISO hanno perfino fatto la cosa opposta a terra, mettendo dei semi in una centrifuga e mostrando che in “ipergravità” sviluppano degli steli più corti e più spessi. La differenza è probabilmente causata dal diverso orientamento dei microtubuli nelle singole cellule che modifica la loro forma. Trovo affascinante che qualcosa di così piccolo come una cellula sia influenzata dalla gravità, ma lo è! Un particolare gruppo di proteine, chiamate MAP, controllano l’orientamento dei microtubuli e dunque la forma dello stelo. Ora, non potete certo vedere direttamente i microtubuli e i MAP con il microscopio a fluorescenza, ma queste piante di Arabidopsis sono state ingegnerizzate in modo da produrre anche una proteina fluorescente che imita accuratamente i MAP: e qui sta il trucco! Ora potete usare il microscopio a fluorescenza per osservare indirettamente le proteine che altrimenti non potreste vedere. Affascinante, vero? Sembra un po’ paradossale, ma la microgravità è veramente un ottimo posto per studiare la risposta delle piante alla gravità, che a sua volta può aiutare a ottimizzare le pratiche agricole. Non ho una formazione nelle scienze della vita, quindi tutto questo mi è completamente nuovo, ma mi auguro che lo troviate tanto interessante quanto lo è per me! Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS

04/04/2015

L+130: Sotto la lente di ingrandimento per la scienza

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 02/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 130 (2 aprile 2015)—Hei, sono sicura che l’avete saputo: qui sulla ISS abbiamo due membri dell’equipaggio che rimarranno a bordo per, non scherzo, un anno intero!

Potrebbe essere la prima di diverse spedizioni estese, e la motivazione principale è naturalmente l’osservazione della fisiologia e della salute umana nel corso di un periodo di tempo più lungo delle missioni standard di 6 mesi, quindi non sorprende che Scott e Misha siano già stati messi “sotto la lente di ingrandimento” più approfonditamente di, diciamo, Terry o me.

C’è un’ampia serie di studi che indagheranno numerosi aspetti del loro processo di adattamento e tutti quegli esperimenti hanno bisogno dei dati dell’inizio della missione.

Oggi è stato un grande giorno per la ricerca sulla salute oculare!

In effetti, la mia giornata lavorativa è terminata con delle sessioni consecutive in cui ho assistito Scott e Misha nel riprendere immagini dei loro occhi con l’oftalmoscopio, ma ancora prima della nostra Daily Planning Conference [riunione giornaliera di pianificazione—N.d.T.] ero già incaricata della preparazione della macchina Optical Coherence Tomography (OCT) [tomografia a coerenza ottica—N.d.T.] per le scansioni dei loro occhi.

Gennadi ha assistito Misha, prima che arrivasse il mio turno di assistere Scott. Devo confessare che temo un po’ queste attività: ottenere delle buone scansioni non è sempre facile è non è raro doverle ripetere diverse volte per ottenere un risultato soddisfacente. Può essere piuttosto frustrante per l’operatore e faticoso per il soggetto, che deve tenere gli occhi aperti e immobili per molto tempo.

Abbiamo dei supervisori magnifici che dirigono l’operazione da terra, ma ricevono l’immagine in streaming dal nostro laptop con un leggero ritardo, che talvolta rende difficile fornire indicazioni in tempo reale quando l’immagine varia rapidamente. Detto questo, oggi non ho avuto nulla di cui preoccuparmi. Scott ha un talento naturale per questo! È proprio il soggetto perfetto (o almeno è certamente meglio di me): il suo sguardo era così fermo che erano necessarie solo delle regolazioni minime della posizione dell’obiettivo durante la scansione per mantenere in vista gli strati dell’occhio desiderati, rendendo così facile il mio lavoro. Grazie, Scott!

Conserviamo l’acqua in queste borse, chiamate CWC-I. La lettera “I” (e il colore viola sull’etichetta) indica che contiene acqua iodata—lo iodio viene aggiunto alla nostra acqua potabile per il controllo batterico, ma viene poi rimosso nell’erogatore di acqua potabile prima che sia distribuita all’utente finale (noi). È importante avere delle etichette appropriate sulle borse: le etichette marroni, per esempio, indicano il condensato (acqua raccolta prima che venga ritrattata). Se doveste mettere il condensato nella “borsa viola”, quella borsa verrebbe contaminata e non sareste più in grado di conservare dell’acqua potabile.

Conserviamo l’acqua in queste borse, chiamate CWC-I. La lettera “I” (e il colore viola sull’etichetta) indica che contiene acqua iodata—lo iodio viene aggiunto alla nostra acqua potabile per il controllo batterico, ma viene poi rimosso nell’erogatore di acqua potabile prima che sia distribuita all’utente finale (noi). È importante avere delle etichette appropriate sulle borse: le etichette marroni, per esempio, indicano il condensato (acqua raccolta prima che venga ritrattata). Se doveste mettere il condensato nella “borsa viola”, quella borsa verrebbe contaminata e non sareste più in grado di conservare dell’acqua potabile.

Fra le sessioni di ricerca sugli occhi e alcuni altri piccoli compiti (come diagnosticare un problema a uno dei nostri frigoriferi Merlin), oggi ho avuto anche tre videoconferenze con delle persone a terra—un po’ inusuale, generalmente sono distribuite nell’arco della settimana. Oltre al consulto settimanale con il mio medico spaziale Brigitte, ho parlato con alcune persone al COL-CC ed ESTEC: il direttore di missione e il direttore di volo responsabile, così come l’Eurocom in servizio e il responsabile della scienza della missione. Allo stesso modo, in serata Scott, Terry e io abbiamo avuto la nostra conferenza settimanale con Houston e Huntsville per quanto riguarda la NASA e un aggiornamento sulle operazioni in corso dal direttore di volo responsabile e il resto del team della Spedizione 43.

Se siete fra quelli che seguono lo stream in diretta dalla Stazione Spaziale, incluse le comunicazioni space-to-ground [dallo spazio a terra—N.d.T.], potreste aver notato che non sentite queste conferenze: il motivo è che il controllo missione impone delle limitazioni, in modo che nessuno oltre ai soggetti interessati ascolti la conversazione. Come potete immaginare è particolarmente importante per i consulti medici e psicologici periodici, ma anche per i contatti settimanali con le famiglie, così come l’assistenza a distanza per gli esami sui soggetti umani, come un’ecografia o le scansioni OCT di oggi.

Una borsa di acqua iodata.

Una borsa di acqua iodata.

Oggi ho lavorato un po’ anche al bilancio dell’acqua. Come sono sicura sappiate, ricicliamo tutta l’acqua a bordo grazie a un impianto chiamato Water Processing Assembly (WPA) [impianto per il trattamento dell’acqua—N.d.T.]. Beh, WPA sta avendo degli intoppi ultimamente, quindi attualmente non produce acqua potabile. Ma… niente panico! Abbiamo molta acqua nelle tubazioni e borse piene in abbondanza. Tuttavia, mentre gli specialisti a terra elaborano un piano per diagnosticare il problema del WPA, c’è un po di lavoro da fare per mantenere il corretto bilancio dell’acqua.

Vedete le didascalie delle foto per altre informazioni!

Nell’immagine in copertina: Scott e Samantha al lavoro per la sua prima scansione con l’Optical Coherence Tomograph. Scott ripeterà questa scansioni ogni mese per il prossimo anno!

03/04/2015

L+129: Mi rimangono solo 42 giorni sulla ISS!

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 01/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 129 (1 aprile 2015)—Come avete probabilmente notato, non ho scritto molto il mese scorso—le mie serate sono semplicemente volate via, divise fra l’attrazione irresistibile della Cupola, altri progetti di divulgazione e molte piccole questioni personali di cui c’è bisogno di occuparsi.

Durante il giorno la Stazione Spaziale ci tiene veramente impegnati con la scienza, la manutenzione, le faccende, la logistica e il mantenimento della familiarità con le risposte alle emergenze, l’attività robotica, il pilotaggio della Soyuz… chi più ne ha più ne metta. La varietà di cose che facciamo quassù fa scoppiare la testa, se mi soffermo a pensarci.

Oh, fra l’altro, il mese scorso abbiamo avuto anche il distacco di una Soyuz, che ha riportato a casa la metà della popolazione della nostra Stazione Spaziale. Beh, almeno in termini di presenza umana—sono sicura che i microrganismi che vivono quassù, più numerosi di noi di diversi ordini di grandezza, sosterrebbero che si tratta della “loro” Stazione Spaziale e non gli importa molto se tre mammiferi bipedi vengono sostituiti da tre altri. A noi, naturalmente, importa.

È stato duro vedere Sasha, Butch ed Elena partire dopo essere stati così vicini per quattro mesi, e ci siamo preoccupati un po’ quando le comunicazioni con la loro Soyuz si sono perse durante l’accensione del motore, cosa piuttosto inaspettata. Quindi siamo stati felici di apprendere da Mosca che le squadre di ricerca e soccorso avevano stabilito il contatto con la capsula, e ancora più felici di vedere le facce sorridenti dei nostri amici mentre facevano i primi respiri di aria fresca in Kazakistan.

Nel caso ve lo stiate chiedendo, li abbiamo visti su NASA TV, come molti di voi, suppongo. Non so se l’ho già detto, ma possiamo farci trasmettere una stazione TV in diretta su uno dei nostri laptop quando abbiamo la copertura satellitare per le antenne in Banda Ku.

Per un paio di settimane la Stazione Spaziale è sembrata quasi più grande del solito, con Terry, Anton e io rimasti gli unici abitanti (umani). Non solo c’erano meno persone in giro, ma naturalmente stavamo facendo solo metà del lavoro, quindi le comuniczioni erano scarse sul canale space-to-ground [dallo spazio a terra—N.d.T]. Nel complesso, è sembrata molto più tranquilla. E ora siamo di nuovo in sei!

Scott, Gennadi e Misha ci hanno raggiunti la settimana scorsa e hanno unito al mix le loro personalità per creare la nuova dinamica della Spedizione 43. È un’opportunità così preziosa far parte di due diversi equipaggi: alla fine, sono le interazioni umane che determinano la nostra esperienza quassù, quindi in un certo senso è come avere due missioni spaziali invece di una. E se avete dei compagni di equipaggio così straordinari come quelli che ho avuto nella Spedizione 42 e ho ora nella Spedizione 43… beh, la vita à bella! Inoltre, per Terry e me il passaggio delle consegne è stato veramente facile: Scott è già stato quassù per sei mesi solo 4 anni fa, così non ha veramente bisogno della quantità di indicazioni e assistenza (e pazienza!) di cui abbiamo avuto bisogno all’inizio da Butch. Scott è sostanzialmente già autonomo e ha già dato alcuni spunti che hanno migliorato la nostra vita e il nostro lavoro. È sempre bello aggiungere un nuovo punto di vista all’equazione!

Così, eccoci qui, è già l’1 Aprile e, a meno di cambiamenti, la mia Soyuz si sgancerà il 14 Maggio. Con me a bordo, a meno che non mi nasconda veramente bene. Mi rimangono solo 42 giorni sulla ISS, che è naturalmente un bel numero, ma non è molto grande. Se sembro un po’ triste nel dirlo, è perché lo sono.

A ogni modo, con così poco tempo rimasto mi impegno a riprendere regolarmente le note del diario: c’è ancora così tanto da condividere con voi! Ho pensato di iniziare condividendo alcune foto della vita e del lavoro degli scorsi quattro mesi: guardate le didascalie per le spiegazioni. A risentirvi presto!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS

 

02/04/2015

L+80-L+82: Niente panico, e godetevi il vostro giorno libero

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 15/02/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione da 80 a 82 (11–13 febbraio 2015)—Dopo aver lavorato a ritmo serrato nel week end per preparare Dragon alla partenza e rilasciarlo martedì, mercoledì ci è stato dato un giorno libero. Hurrah!

Sono una creatura notturna, quindi mi piace dormire di più quando posso. Martedì sera, prima di andare a dormire, ho dato un’ultima occhiata al programma di mercoledì per confermare che non avessi bisogno di impostare la sveglia. Confermato! Così mercoledì mattina ho fatto scivolare le braccia fuori dal sacco a pelo verso le 9:30 e, come al solito, ho aperto il mio laptop per controllare il programma e il Daily Summary [riassunto giornaliero—N.d.T.], un messaggio dai controllori a terra contenente informazioni sulla situazione della Stazione ed eventuali domande/risposte/messaggi per l’equipaggio. Immaginate la mia sorpresa quando ho visto nel programma un’attività alle 7:30 del mattino. Come avevo potuto perdermela la sera prima? E non dovevamo avere un giorno libero? Quali erano le conseguenze negative per non averla ancora fatta? Ma il nostro Comandante Butch si sveglia sempre alle 5 del mattino, quindi mi avrebbe svegliata se necessario, vero? Allora, niente panico, vediamo di che si tratta…

Bene, date un’occhiata all’immagine con una schermata di quell’attività. Vi lascerò giudicare: i nostri team a terra hanno un po’ di senso dell’umorismo, vero? Quel giorno ci siamo effettivamente persi la sessione di lettura, e sono spiacente di riferire che non ho trovato la Guida galattica per gli autostoppistinel posto indicato, ma in qualche modo vedremo di farlo!

Giovedì e venerdì eravamo tornati al normale programma di lavoro. Ho svolto il ruolo di operatore per Butch per un certo numero di esami agli occhi, nell’ambito della ricerca Ocular Health [salute oculare—N.d.T.] di cui lui è il soggetto. Ho supportato la sua ecografia, la tomografia a coerenza ottica e gli esami con l’oftalmoscopio, acquisendo immagini dei suoi occhi in più modi di quanti avrei immaginato possibili prima dell’addestramento alla ISS. Mi sottoporrò agli stessi esami la settimana entrante, ma li faccio meno frequentemente di Butch e Terry perché i miei sono puramente per i requisiti medici, mentre i miei compagni di equipaggio sono anche i soggetti di questo lavoro di ricerca incentrato sulla salute oculare.

Poi abbiamo dovuto prepararci al distacco di ATV.

Mercoledì Sasha e io abbiamo svolto una sessione di Addestramento a Bordo in cui abbiamo rivisto tutte le procedure pre-partenza e i nostri compiti di monitoraggio. Poi venerdì abbiamo chiuso i portelli di ATV e del lato della ISS e… avete indovinato, sono sicura che ormai sapete come funzionano queste cose… abbiamo eseguito un controllo di tenuta stagna.

Abbiamo depressurizzato il vestibolo fra i portelli e poi monitorato la variazione di pressione per 30 minuti: se la pressione fosse aumentate, o il portello di ATV o quello della ISS avrebbero avuto una perdita d’aria nel vestibolo. In realtà, si è occupato della depressurizzazione il Controllo Missione di Mosca: i vestiboli del lato russo hanno una valvola per disperdere l’aria nello spazio che può essere comandata da terra. E i nostri portelli hanno passato il controllo di tenuta a pieni voti: è consentito fino a 1 mm Hg di aumento di pressione e abbiamo rilevato una variazione di 0,5 mm Hg.

Era tutto, l’ultimo ATV era pronto per il distacco il giorno dopo!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

16/02/2015